Qualche mese fa abbiamo studiato il problema dell’inquinamento dell’aria nelle città italiane.
Avevamo passato in disamina gli inquinanti più importanti, i modi migliori per proteggerci (evitare il traffico veicolare) e soprattutto per contribuire a ridurlo (preferendo i mezzi di trasporto pubblici o non inquinanti, oppure guidando un veicolo a minore impatto ambientale o che rispetti le più recenti normative EURO 6d anti inquinamento, e anche riducendo i consumi di gas ed energia elettrica in casa, ad esempio limitando il riscaldamento e l’uso dell’acqua calda).
Qui il link all’articolo:
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/03/inquinanti-urbani-dellambiente-esterno.html
Questa volta occupiamoci invece degli inquinanti dell’ambiente interno, il luogo dove passiamo la maggior parte del nostro tempo.
L’ambiente interno non è solo la nostra casa, quando magari durante la settimana ci torniamo col buio poco prima di cena.
L’ambiente interno è ogni ambiente con un tetto, delle mura e magari una finestra. Vuol dire dove lavoriamo, dove abbiamo vita sociale, i luoghi dove facciamo acquisti, dove sbrighiamo le faccende della vita quotidiana.
Per la gran parte delle persone è un ambiente dove si passa più del 90% della giornata.
Quali sono gli inquinanti dell’ambiente interno? Che cosa provocano?
Come possiamo prevenirli?
Come possiamo tenere a bada la situazione?
Quali indicatori per verificarne la presenza?
Qui un bel video divulgativo e introduttivo al problema, con una piacevole intervista al presidente della società italiana di medicina ambientale:
https://www.repubblica.it/salute/medicina/2017/02/15/news/aiuto_mi_si_e_ammalata_la_casa-158289429/
Gli inquinanti dell’ambiente interno o indoor sono molti.
Possiamo distinguerli in base alle loro caratteristiche (e quindi di tipo chimico, fisico, biologico) oppure in base alla loro origine, se cioè provengono dall’ambiente esterno (e quindi gli stessi che inquinano l’aria esterna) o sono originati in quello interno.
Se prendiamo in considerazione le fonti interne da cui possono provenire inquinanti, i principali sono:
gli occupanti dell’ambiente interno. Ad esempio gli uomini con il fumo di tabacco liberano particolato aerodisperso, monossido di carbonio, composti organici volatili, formaldeide; gli animali domestici inoltre possono essere fonte di allergeni,
come la polvere, le muffe ed i pollini;
le componenti edili e di arredo (mobili, moquette, rivestimenti di pareti) possono essere fonte di radon, formaldeide, composti organici volatili, amianto);
gli impianti di condizionamento sono sede di agenti biologici e particolato aerodisperso;
i processi di combustione a gas (stufe, fornelli della cucina) liberano ossidi di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e quelli a legna come le stufe a pellet ed il camino liberano anche particolato aerodisperso e idrocarburi policiclici aromatici;
i prodotti per la pulizia della casa e gli antiparassitari, come i prodotti per hobby (colle, vernici, adesivi) per composti organici volatili;
le stampanti e le fotocopiatrici per composti organici volatili e ozono;
le apparecchiature elettriche, come possibile fonte di inquinamento elettromagnetico.
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4389&area=indor&menu=vuoto
https://www.simaonlus.it/?p=2330
https://www.eea.europa.eu/it/segnali/segnali-2013/articoli/qualita-dellaria-negli-ambienti-chiusi
Da queste fonti possono prodursi agenti inquinanti di tipo chimico, biologico e fisico:
INQUINANTI CHIMICI:
fumo di tabacco contiene migliaia di sostanze a potenziale tossico sprigionate da fumo di sigaretta, pipa, sigari. Può avere un effetto irritativo verso le mucose di occhi, cavo orale, vie aeree, dare nausea e mal di testa sia nei fumatori sia nelle persone che ne sono interessate (fumo passivo).
E’ causa di malattie cardiovascolari e di cancro al polmone.
La soluzione è di eliminare il fumo di tabacco o se non si riesce di non fumare negli ambienti chiusi. Se si è fumato, è necessario ventilare abbondantemente (cambiare l’aria).
biossido di azoto gas che in casa origina dalla combustione di caldaie, camini, fornelli e dal fumo di sigaretta. Ma può anche entrare dalla finestra, ad opera del traffico veicolare, in strade e orari particolarmente battuti. Esso incide sulla salute umana disturbando le vie respiratorie profonde e causando maggiore predisposizione alle infezioni.
I valori limiti accettabili di riferimento nell’ambiente interno sono gli stessi dell’aria esterna (200 μg/m3 ora che non può essere superato più di 18 volte nell’arco dell’anno e 40 μg/m3 come media annua)
Questo inquinante viene eliminato alla fonte eseguendo una corretta manutenzione di stufe caldaie e delle vie di fuga dei gas di scarico. In particolare, è utile cucinare con la cappa aspirante accesa e eliminare il fumo di sigaretta. In caso di emissione, una adeguata ventilazione degli ambienti ne impedisce l’eccessiva concentrazione.
biossido di zolfo gas che origina dalla combustione di caldaie, fornelli, camini. Può essere irritativo verso la pelle, gli occhi e le mucose, e provocare bronchite, asma, tracheite.
I valori limiti accettabili di riferimento nell’ambiente interno sono gli stessi dell’aria esterna (valore limite di 350μg/m3 che non può essere superato più di 24 volte nell’arco dell’anno).
Questo inquinante viene eliminato alla fonte eseguendo una corretta manutenzione di stufe caldaie e delle vie di fuga dei gas di scarico (canna fumaria). In caso di emissione, una adeguata ventilazione degli ambienti ne impedisce l’eccessiva concentrazione.
monossido di carbonio gas inodore che origina dalla combustione incompleta di materiale contenenti carbonio. casi tipici sono stufe, camini e caldaie a qualsiasi tipo di combustibile.
Perché si liberi occorre che gli impianti siano in cattivo stato o che le vie di fuga dell’aria siano ostruite.
Se viene prodotto in concentrazioni limitate, esso può essere causa di affaticamento e aggravare le condizioni di soggetti cardiopatici.
I valori limiti accettabili di riferimento nell’ambiente interno sono dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e pari a 7mg/m3 nelle 24 ore con limite orario di 35 mg/m3 .
Questo inquinante viene eliminato alla fonte eseguendo una corretta manutenzione di stufe caldaie e delle vie di fuga dei gas di scarico. In caso di emissione, una adeguata ventilazione degli ambienti ne impedisce l’eccessiva concentrazione.
Purtroppo è tra gli inquinanti più letali, potendo raggiungere elevate concentrazioni senza che ve ne sia la percezione. Accade ogni anno, magari all’inizio della stagione invernale, che qualcuno incautamente accenda il riscaldamento o il camino senza verificarne il corretto funzionamento e ne sia vittima dell’avvelenamento.
https://www.centroantiveleni.org/co.php
ozono (O3) gas velenoso che può essere emesso negli ambienti interni da fotocopiatrici, stampanti laser, lampade ultraviolette.
Provoca disturbi della respirazione, aggrava l’asma.
Il valore limite per l’ambiente interno è definito dalla ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers) in 100μg/m3 in 8 ore come valore medio.
Un utilizzo non eccessivo delle fonti e una buona ventilazione consentono di ridurne la concentrazione.
particolato aerodisperso (PM10 PM2,5) particelle solide e liquide e gassose (aerosol) in sospensione in aria, distinte secondo il loro diametro in PM10 (fino a 10μm) e PM2,5 (fino a 2,5μm).
Negli ambienti al chiuso origina dal fumo di sigaretta, dalle combustioni in cucina, dall’ambiente esterno, dagli spray, da spore pollini e più in generale dalla presenza degli occupanti.
Può essere irritante e nocivo per le vie respiratorie.
Non esistono valori limite di riferimento per gli ambienti interni per cui si può ricorrere a quelli dell’ambiente esterno (PM10 media giornaliera che non può superare il valore di 50μg/m3 più di 35 volte all’anno e PM2,5 valore medio annuale che non deve essere superato di 25μg/m3).
Evitare di fumare, usare le cappe aspiranti in cucina e ventilare adeguatamente (quando le concentrazioni esterne sono basse, dunque in una strada trafficata quando cala il movimento delle auto) sono i principali accorgimenti da effettuare per evitarne l’accumulo interno.
composti organici volatili (COV) sostanze allo stato liquido o gassoso che vengono rilasciati da pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali di ufficio come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici. Essi sono un un insieme di composti che possono provocare irritazioni agli occhi, al naso, alla gola, mal di testa, nausea e stanchezza.
Non esistono valori limiti di riferimento per la loro presenza nell’ambiente interno.
Sono inquinanti che vengono tenuti sotto controllo riducendo la fonte di emissione o, quando in uso, garantendo una adeguata ventilazione. E’ importante quindi, in fase di uso di prodotti per la casa, per la pulizia, per hobby, di stampanti, fare attenzione a istruzioni etichette e ventilare in maniera adeguata. Un piccolo aiuto può anche venire dalle piante da interno.
la formaldeide è un COV e può originare da mobili, tessuti, materiali per l’edilizia, fumo di tabacco, detersivi, coloranti, disinfettanti, materie plastiche, colle, vernici.
Il valore limite indicato dall’OMS per l’aria interna è di 0,1mg/m3 come concentrazione media in 30 minuti.
Come per tutti i COV, viene tenuto sotto controllo riducendo la fonte di emissione o, quando presente, garantendo una adeguata ventilazione. E’ importante quindi, in fase di uso di prodotti per la casa, per la pulizia, per hobby fare attenzione a istruzioni e etichette e ventilare in maniera adeguata. Essa viene rilasciata anche da mobili, in particolare quelli in truciolato, per cui si può intervenire anche nelle scelte di arredo. E va eliminato il fumo di sigaretta nell’ambiente interno.
La formaldeide è di largo uso in ospedale in Anatomia Patologica per la processazione dei campioni di tessuto umano. Personalmente, sono oltre 10 anni che ho conosciuto questo inquinante nella vita lavorativa, e so percepirne l’eventuale eccessiva concentrazione nell’aria dal suo odore pungente cui seguono gli effetti irritativi sulle mucose degli occhi e delle vie respiratorie. Sensazioni mai avvertite nel contesto domestico.
Ma è vero che anche a concentrazioni molto inferiori, in cui non è percettibile, in tempi prolungati di esposizione comunque può contribuire a dare sensazioni di malessere, tra cui emicrania e stanchezza.
Occorre quindi ventilare periodicamente gli ambienti per eliminare le tracce che possono venire continuamente rilasciate dalle componenti di arredo della casa. Inoltre alcune piante da interno, come vedremo più avanti, possono contribuire a diminuirne le quote.
Anche il benzene è un COV, di provenienza esterna (traffico veicolare) ma anche interna, dal fumo di sigaretta ai prodotti che lo possono contenere, come colle, vernici, cere per mobili, detergenti.
Attenzione all’uso (sempre più rado) di combustioni domestiche di carbone e petrolio.
A bassi livelli di concentrazione può causare vertigini, sonnolenza, incremento del battito cardiaco.
Non esistono valori limite raccomandabili di sicurezza per l’ambiente interno per l’OMS.
Va evitato il fumo di tabacco. In caso di uso di vernici, solventi, cere e detergenti va controllata l’etichetta e vanno usato solo con ampia ventilazione. Va prestata attenzione al traffico veicolare per il possibile ingresso dall’esterno dell’inquinante.
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) vengono rilasciati da forni a legna, caminetti, fumi di cibi cucinati, fumo di tabacco. Scarpe e indumenti provenienti dall’ambiente esterno ne possono essere fonte. Possono provocare irritazioni all’apparato respiratorio.
Anche per questi inquinanti non esistono valori limite raccomandabili di sicurezza per l’ambiente interno per l’OMS. Va prestata quindi attenzione alle fonti (forni, caminetti, cucina) dove l’areazione deve essere sotto controllo, e va eliminato il fumo di sigaretta.
amianto materiale da costruzione utilizzato come isolante nelle pareti, in passato anche negli elettrodomestici. La legge n. 257 del 27 marzo 1992 riguarda le norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto.
Il rischio riguarda non solo le categorie di operatori che vi sono state esposte in fase di estrazione e lavorazione, ma anche la popolazione generale, nel caso in cui i materiali che lo contengono si deteriorano e lo espongono. Le fibre anfiboliche che lo costituiscono possono provocare polmonite, e soprattutto il carcinoma polmonare ed il mesotelioma pleurico.
Per impedirne l’esposizione, occorre una adeguata verifica da personale specializzato volta a verificarne l’eventuale presenza nelle strutture dell’abitazione e, in caso di presenza, che esso non sia in alcun modo esposto all’aria.
pesticidi generico nome da intendere nell’ambito domestico per sostanze utilizzate per prevenire o allontanare insetti o microbi. Essi possono essere costituiti di sostanze inorganiche o composti organici semivolatili o non volatili.
Essi vengono usati per proteggere piante, trattare il legno o per la pulizia.
Non c’è una regolamentazione d’uso negli ambienti domestici.
Possono provocare debolezza, nausea, manifestazioni irritative alle mucose come effetto acuto.
La prevenzione consiste nel rispettare accuratamente le istruzioni, nel limitarne o eliminarne l’uso, nel ventilare in maniera adeguata gli ambienti dopo l’uso.
INQUINANTI BIOLOGICI
batteri e virus sono microorganismi (o, nel caso di tossine, loro prodotti) che possono essere responsabili di malattie. Umidità e acqua stagnante, negli impianti di riscaldamento, di umidificazione e di condizionamento possono favorirne la loro proliferazione e tra di essi possono svilupparsi alcuni patogeni per l’uomo.
In genere essi provocano malattie delle vie aeree superiori o inferiori (polmoniti). Tra di essi l’esempio più noto è dato dalla legionellosi, per via del batterio (Legionella) che può annidarsi negli impianti di condizionamento.
Una accurata pulizia e manutenzione del sistema di condizionamento d’aria è la principale strategia preventiva per evitarne il loro sviluppo.
derivati epidermici di animali domestici piccole particelle di pelo e saliva di animali domestici che rimanendo sospese in aria possono rappresentare allergeni per chi ne soffre.
Chi soffre di questa allergia non deve convivere con un animale domestico.
pollini derivano dalle piante esterne e possono penetrare da finestre e porte nella casa.
Soggetti predisposti sviluppano allergie con sintomi alle vie aeree superiori (rinite, congiuntivite etc) secondo la stagionalità dei pollini se esposti.
In questo caso la prevenzione consiste nel limitare o impedire la ventilazione con ricambio d’aria con l’ambiente esterno e preferire un sistema di condizionamento con appositi filtri antipolline.
muffe sono funghi che proliferano in condizioni adeguate di temperatura (compresa tra 10 e 35 gradi centigradi) e soprattutto di umidità. Tendono a svilupparsi su pareti e pavimenti umidi, negli impianti di condizionamento d’aria.
Oltre a danneggiare le superfici, macchiandole, possono essere allergeni.
Esse vanno rimosse con prodotti specifici di pulizia (in ambiente adeguatamente ventilato) quando si presentano, e soprattutto vanno controllate temperatura e umidità dell’aria in casa entro soglie che ne limitino la proliferazione.
acari sono piccoli insetti aracnidi che sono favoriti nella proliferazione dalla polvere. In particolare privilegiano cuscini, materassi, piumini, tappeti, moquette.
Sono allergeni per gran parte della popolazione umana.
Un lavaggio frequente della biancheria da letto, il controllo dell’umidità e della temperatura della casa, limitazione di oggetti che facilitino l’accumulo di polvere, specialmente in camera da letto, insieme con una pulizia e ventilazione frequente sono i principali strumenti a disposizione per combatterli. Bisogna anche prestare attenzione all’aspirapolvere, al sacchetto ed ai filtri.
INQUINANTI FISICI
radon gas radioattivo presente nel terreno in concentrazioni variabili secondi i siti (alcune regioni sono più interessate dal problema di altre: tra queste Lazio, Lombardia, Friuli, Campania) che può inquinare in particolare ambienti seminterrati e al piano terra, costruiti su suolo vulcanico e in determinati materiali (tufo, ad esempio).
Esso viene misurato in becquerel ed il valore soglia è di 500Bq/m3 medi in un anno negli ambienti di lavoro, di 400Bq/m3 medi in un anno per gli edifici abitativi già esistenti e di 200Bq/m3 medi in un anno per gli edifici abitativi di nuova costruzione.
Il problema di salute deriva dai prodotti di decadimento, di cui si conosce il significato cancerogeno per l’uomo (carcinoma polmonare).
L’effetto è sinergico col fumo di sigarette ed insieme contribuiscono al 15-20% delle nuove diagnosi in un anno di carcinoma polmonare.
Una esposizione per oltre 30 anni a concentrazioni maggiori di 500Bq/m3 medi in un anno raddoppia il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni. Nello stesso tempo il fumo di sigaretta ne aumenta di 25 volte il rischio. Quindi l’effetto del solo Radon aumenta il rischio da 1 a 2. L’effetto combinato del fumo con il Radon lo incrementa di 50 volte.
rumore viene percepito dalle nostre orecchie come sensazione uditiva sgradita, fastidiosa, diversamente dal suono. Soprattutto, nel contesto di casa e di lavoro, il problema è che non lo si vuole sentire ma non è facile chiudere le orecchie come si fa con gli occhi. Il traffico (anche quello aereo, a Napoli), le attività dei vicini, discoteche e luoghi che favoriscono assembramenti di persone, problema molto sentito a Napoli per la movida notturna, specialmente nel periodo estivo, sono tra le principali fonti.
In realtà facciamo riferimento al disturbo alla quiete, l’effetto di danno sull’udito subito da determinate esposizioni (perlopiù lavorative) è altro argomento.
Le principali difese (dopo i tappi per le orecchie) sono nella qualità costruttiva della casa, ed in particolare degli infissi. Ma questo funziona bene da metà settembre a fine maggio. Nei mesi estivi si tende a privilegiare la frescura serale aprendo le finestre, e esponendosi al rumore.
Esso può comunque essere registrato in Decibel (dB) e, se oltre i limiti di legge, si può intentare un procedimento legale contro la fonte o contro il Comune.
https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/agenti-fisici/rumore
https://www.nonsprecare.it/inquinamento-acustico
http://www.analisilegale.it/decibel-avvocato/
inquinamento elettromagnetico si intendono radiazioni non ionizzanti ed il primo pensiero va agli apparati per telecomunicazione (telefonino, rete internet) ma non solo che generano un campo elettrico, magnetico o elettromagnetico artificiale. Si parla anche di elettrosmog.
Il campo elettromagnetico viene misurato nella sua intensità (Volt metri V/m) e frequenza (Hertz Hz).
Esistono dei valori soglia, definiti per legge (DPCM 199/2003) come massimi tra i 20 e i 60 V/m e come obiettivo e di qualità di 6 V/m.
Allo stato non ci sono prove sufficienti che i campi elettromagnetici che caratterizzano la nostra vita quotidiana possano provocare il cancro.
https://www.minambiente.it/pagina/inquinamento-elettromagnetico
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/vero-campi-elettromagnetici-aumentano-la-probabilita-insorgenza-del-cancro
CONSEGUENZE CLINICHE
Abbiamo visto che i vari inquinanti possono provocare patologie gravi (avvelenamento da monossido di carbonio e morte immediata), quadri specifici (polmonite da legionella, allergie), possono incrementare il rischio di determinate patologie cardiovascolari o neoplastiche (fumo di sigaretta, radon) o, nella maggioranza dei casi, possono provocare sensazioni di malessere di difficile descrizione, come rinite, stanchezza, mal di testa, irritazioni cutanee o delle mucose, compromettere l’umore e la capacità di concentrazione. E’ difficile quindi correlare queste manifestazioni ad un fattore specifico ma l’evidenza è che scompaiono quando ci si allontana dal luogo che le ha provocate.
Questi quadri vengono riassunti in due definizioni essenziali:
Sick Building Syndrome (sindrome dell’edificio malato): sintomi aspecifici ripetitivi e non correlati ad un agente specifico che scompaiono quando ci si allontana dagli ambienti dove viene scatenato. Viene meglio descritto come malessere e senso di irritazione.
Building Related Illness (malattie correlate all’edificio): è presente una diretta correlazione tra un quadro patologico ed un agente scatenante nell’edificio: agenti infettivi, agenti scatenanti reazioni allergiche, avvelenamenti.
Il problema il più delle volte dipende dal tempo di permanenza e dalla concentrazione dell’inquinante nell’ambiente.
documenti fonti:
https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00010300/10392-rapporto-117-2010.pdf/
https://www.disteba.unisalento.it/c/document_library/get_file?uuid=ddefce20-cce1-4894-bc9e-8288cc7f9b6f&groupId=6046092
https://www.unipa.it/amministrazione/direzionegenerale/servizioprof.sistemadisicurezzadiateneo/settorediprevenzioneeprotezionediateneo/.content/documenti_pdf_mauale_di_sicurezza/microclima.pdf
https://www.researchgate.net/publication/242090075_Qualita_dell%27aria_degli_ambienti_confinati_non_industriali_indicazioni_per_la_valutazione_del_rischio_e_la_sorveglianza_sanitaria
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressivo=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=01A11196&art.dataPubblicazioneGazzetta=2001-11-27&art.idGruppo=0&art.idSottoArticolo1=10&art.idSottoArticolo=1&art.flagTipoArticolo=1
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_160_allegato.pdf
https://www.eea.europa.eu/publications/environmental-noise-in-europe
https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/statoambiente/aree-urbane-2016/9_Esposizioneallinquinamentocemeacustico.pdf
https://www.aeroportodinapoli.it/documents/10186/506209/Osservazioni+ASSOUTENTI.pdf/f7df094d-65f2-4618-94fd-7f19da48d2c9
Come difenderci?
Due sono le procedure essenziali:
la prima è il controllo della fonte di inquinanti (e quando possibile, l’eliminazione di fonti inquinanti. Per certe allergie, come quella al pelo di gatto, è l’unica chance).
La seconda è estremamente semplice e valida e consiste nel ricambio d’aria. Bisogna areare i locali 4-6 volte al giorno per almeno 5-10 minuti. Per questo è utile avere una doppia esposizione per creare una corrente d’aria che ne velocizza il ricambio. Anche una forte differenza di temperatura tra interno e esterno velocizza il ricambio, per cui d’inverno il ricambio può durare il tempo minimo, che nelle altre stagioni invece dovrà essere più lungo.
Questo rimedio è efficace verso la gran parte degli inquinanti dell’ambiente interno.
https://www.trotec-blog.com/it/trotec/da-dove-arriva-lumidita-riscaldare-e-arieggiare-nella-giusta-maniera/
https://www.archimedegroup.eu/aerazione-delle-abitazioni/
Ci sono poi una serie di ulteriori azioni utili a mitigare l’effetto degli inquinanti e migliorare complessivamente il benessere dell’ambiente interno, oppure efficaci verso specifici inquinanti:
il controllo di temperatura e umidità dell’aria;
l’utilizzo di filtri dell’aria HEPA (High Efficiency Particular Air filter);
la presenza di piante che hanno un potere depuratore;
l’uso di strumenti di monitoraggio.
controllo di temperatura e umidità dell’aria
oltre a essere il metodo più efficace per impedire la proliferazione delle muffe, rappresenta uno strumento fondamentale per controllare il benessere termico nelle varie stagioni dell’anno, insieme a quello della velocità di ventilazione dell’ambiente.
Un piccolo strumento disponibile a pochissimi euro in qualunque negozio o bancarella ci può misurare con precisione la temperatura e l’umidità relativa dell’aria.
La temperatura dell’aria di benessere di un essere umano varia secondo le stagioni: è quando non si percepisce né caldo né freddo.
E dipende anche dal tipo di attività che si svolge (se si rimane fermi oppure si ha una intensa attività fisica).
in linea di massima è preferibile che un ambiente interno non abbia una variazione eccessiva rispetto a quello esterno. Questo vale in tutte le stagioni. Di conseguenza, non è saggio né riscaldare al massimo gli ambienti d’inverno né raffreddarli a manetta d’estate.
E’ meglio compensare almeno parzialmente con l’abbigliamento e con la velocità di ventilazione.
D’inverno è ottimale una temperatura compresa tra i 19 e i 22 gradi centigradi, che può anche scendere di un paio di gradi in camera da letto, e d’estate è compresa tra i 24 e i 26 gradi centigradi.
Per legge la temperatura invernale non deve eccedere i 20 gradi (+2 gradi di tolleranza) e in estate non deve scendere sotto i 26 gradi (-2 gradi di tolleranza), se essa viene regolata con impianti di climatizzazione.
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4387&area=indor&menu=vuoto
Al pari della temperatura l’umidità dell’aria contribuisce al nostro benessere termico.
Questo è vero sia in inverno sia in estate, anche se in quest’ultima è spesso più evidente (pensiamo al terribile caldo umido delle giornate afose estive, quando il cielo è coperto).
La misura dell’umidità ci dice quanta acqua (H2O) è presente nell’aria dell’ambiente in cui ci troviamo.
L’acqua è presente nell’aria allo stato gassoso come vapor acqueo.
A temperatura e pressione costanti, esiste un valore massimo di vapor acqueo che può essere presente in un dato volume d’aria (umidità massima).
Il nostro strumento misura la quantità relativa di vapor acqueo presente, non quella assoluta. Cioè la percentuale di umidità.
Quando essa raggiunge il 100%, vuol dire che ulteriore H2O non può trovar spazio in forma di vapor acqueo nello stesso ambiente, e noteremo il fenomeno della condensa, per cui avviene il passaggio di stato da quello gassoso a quello liquido dell’acqua.
Esempio, il bagno dopo aver fatto la doccia con la porta chiusa. Usciti dalla doccia, noteremo piccole gocce di acqua sulle mattonelle, ma fuori dalla doccia, dove non poteva arrivare dal soffione. L’umidità della stanza ha raggiunto il 100% perché vi era una fonte importante (l’acqua della doccia) e non potendo l’aria più saturarsi essa ha iniziato a depositarsi in forma liquida sulle superfici.
Questo fenomeno può anche essere osservato senza raggiungere il massimo percentuale di umidità, ma modificando la temperatura (e mantenendo la pressione atmosferica costante): infatti, allo scendere di temperatura, diminuisce la quantità massima di acqua che può stare come vapor acqueo in un dato volume.
Esempio, in estate quando si prende una lattina di birra dal frigo. Dopo qualche minuto troveremo che la lattina è bagnata. Essa si trova ad una temperatura nettamente inferiore (per esempio di 10 gradi, contro i 28 gradi della cucina). L’umidità dell’aria in cucina non sarà satura, ma magari al 60%. Eppure, quest’aria a contatto con un corpo più freddo diminuisce di temperatura, e con essa la sua umidità massima, fino al punto in cui il vapor acqueo in eccesso dovrà trasformarsi in gocce d’acqua. Si chiama punto di rugiada.
Altro esempio di questo fenomeno è la condensa sulle finestre d’inverno, quando in casa abbiamo una temperatura nettamente maggiore di quella esterna per effetto del riscaldamento domestico. La finestra, a contatto con l’aria esterna, ha una temperatura più bassa del resto della casa e su di essa avverrà la condensa dell’acqua o vapore acqueo presente nell’aria di casa.
Qual è l’umidità che dobbiamo tenere in casa? Essa dovrebbe essere preferibilmente compresa tra il 40 e il 60% (o comunque essere contenuta entro il 30 e il 70%).
Se l’umidità è troppo alta, muffe e allergeni sono favoriti. Se è troppo bassa, si ha secchezza delle mucose che è fonte di malessere. Inoltre, favorisce il contagio di infezioni virali.
Cosa fare quando è troppo alta?
Aumentare la ventilazione, soprattutto se l’aria esterna è asciutta.
Evitare di stendere i panni in casa.
Avere accortezze maggiori nel bagno (cappa aspirante o finestra aperta dopo la doccia) e in cucina (cappa aspirante o finestra aperta dopo aver cucinato).
Utilizzare il deumidificatore (tutti i condizionatori d’aria hanno questa funzione).
Quando è troppo bassa, si può favorire innaffiando le piante da interno (se presenti) oppure mettendo dell’acqua su una fonte di calore (tipicamente sul termosifone in inverno).
https://www.airthings.com/it/what-is-humidity
https://www.geass.com/umidita-relativa-assoluta-e-condensa-sulle-pareti/
https://casalingaperfetta.com/umidita-ideale-in-casa
https://www.ediltecnico.it/37707/umidita-muffe-in-casa-rischi-per-salute-prevenzione-azioni-correttive/
https://www.muriumidi.info/umidita-ideale-in-casa-clima-ideale/
https://tabbid.com/blog/umidita-negli-ambienti-interni-come-riconoscerla/
https://www.finestreportegenova.it/condensa-sui-vetri-delle-finestre/
L’utilizzo di filtri dell’aria HEPA (High Efficiency Particular Air filter)
Un tempo si usava solo il ventilatore per difendersi dal calore. Effetto ottenuto sia dall’aumento della velocità di spostamento dell’aria sia dall’asciugamento del sudore.
Oggi esistono ventilatori che oltre a questo filtrano e depurano l’aria. Sono molto efficaci verso il particolato, i composti organici volatili, la formaldeide, gli ossidi di azoto, come gli odori, la polvere e i pollini. E possono anche rinfrescare o riscaldare l’aria. Inoltre possono essere controllati da remoto.
https://www.heltyair.com/come-ridurre-inquinamento-indoor-diluire-inquinanti/
https://www.dyson.it/ventilatori-e-termoventilatori/purificatori
Ad un costo molto inferiore si possono acquistare piante che purificano l’aria.
Tra di esse Aloe, Dracena, Edera, Ficus, felce di Boston, Sanseveria, Gerbera, Pothos, Areca, Spatillo. In particolare possono abbattere la quota di composti organici volatili.
https://www.verdevero.it/i-rimedi-contro-linquinamento-domestico-sono-le-piante/
https://www.casaeclima.com/ar_29224__piante--purificano-aria-interna-NASA-INFOGRAFICA.html
Naturalmente necessitano di cure opportune e soprattutto di luce.
Possono inoltre contribuire a regolare l’umidità dell’ambiente interno.
Ma sono davvero efficaci?
Quest’interessante studio dell’arpa della Valle d’Aosta indaga il loro contributo in diversi contesti, ambienti d’ufficio, capannoni industriali, pompa di benzina, parrucchiere, scuola, in diversi periodi dell’anno.
Vale la pena darci uno sguardo approfondito.
Il risultato è confortante: in un ambiente chiuso la presenza di piante idonee contribuisce a dimezzare la quota di composti organici volatili.
Ma attenzione: lo studio è stato condotto con una quota di circa 1 pianta di 50-100 cm di altezza per metro quadro. Per una stanza di 15 mq, 15 piante!
https://www.arpa.vda.it/it/aria/progetti/2566-progetto-fitodepurazione-indoor
Anche altre fonti scientifiche comunque confermano il loro contributo.
Oltre al fatto che gestire e curare delle piante contribuisce al benessere complessivo dell’ambiente e della persona.
https://www.greenme.it/abitare/accessori-e-decorazioni/piante-antiinquinamento-studio-cnr-ipsp/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30640005/
Può infine essere interessante avere una piccola stazione di monitoraggio, che magari invia i dati raccolti al nostro telefonino.
https://www.inquinamento-italia.com/i-migliori-misuratori-di-qualita-dell-aria-domestica-monitor-per-particolato-polveri-sottili-pm25-e-gas-vari/
https://www.lavorincasa.it/inquinamento-domestico-dell-aria-cause-e-rimedi/
Bene, per quanto vasto, era utile conoscere questo problema, poco conosciuto eppure più grave dell’inquinamento dell’aria esterna, cui magari diamo più attenzione.
Come abbiamo visto, occorre dare uno sguardo al buon funzionamento di alcune componenti della nostra casa (cucina, caldaia, riscaldamento, ventole aspiranti) e monitorare umidità e temperatura, correggendo con adeguati ricambi d’aria per ottenere un ambiente salubre.
Le soluzioni più semplici ed economiche sono efficaci, dunque alla portata di tutti.
Anche in questo, noi italiani siamo dei privilegiati: i problemi più gravi sono nei paesi del terzo mondo, dove si cucina, si illumina e ci si riscalda con combustibili solidi in piccoli ambienti domestici con gravi conseguenze per la salute e la sicurezza.
https://www.osservatoriodiritti.it/2018/06/06/inquinamento-domestico-ricerca-oms/