Torniamo a vedere nel dettaglio cosa fare di alcuni imballaggi che entrano in casa di cui è difficile capire il materiale di cui sono fatti, la riciclabilità, o magari se esistono alternative più ecologiche.
Dopo aver a lungo parlato di cucina, spostiamoci verso altre stanze della casa.
Immagino che anche voi come me siate abbonati ad una o più riviste, che arriva per posta a casa.
In genere le troviamo nella cassetta delle lettere avvolte da un film trasparente, una pellicola che chiamiamo cellophane.
In realtà l’utilizzo di un film plastico per imballare è molto diffuso: agende e libri possono essere avvolti in questo involucro, ma tantissime altre cose, tra cui le sigarette, prodotti di cancelleria e prodotti di uso domestico (carta igienica e scottex, ad esempio, sono spesso così imballati).
Ne esistono inoltre importanti usi a livello di grandi imballaggi, che non conosciamo nelle vendite al dettaglio.
Tornando al cellophane (o cellofan), di cosa si tratta?
Utilizziamo questo termine, erroneamente, per intendere una pellicola trasparente da imballaggio, che oggi quasi sempre è in plastica, più spesso in polietilene (LDPE) o polipropilene (PP).
Ma il cellophane fu inventato nel 1908 da un ingegnere svizzero, JE Brandenberger, ed è di origine vegetale, a partire dalla cellulosa (o più precisamente viscosa).
http://deladelmur.blogspot.com/2011/12/cellofan.html
https://www.eurofides.com/magazine/che-cosa-e-il-cellophane/
A questo indirizzo un video che mostra le differenze tra cellophane ed un film in plastica: colpisce in particolare il comportamento diverso al fuoco: il vero cellophane brucia come la carta, la plastica si scioglie come avremo senz’altro avuto evidenza da ragazzini.
Dunque, il vero cellophane è un materiale di origine vegetale e destinabile alla raccolta dei rifiuti con la frazione umida.
Ma la sua diffusione è molto inferiore rispetto al film plastico, sostituto analogo più economico, che invece è destinato alla raccolta con la plastica.
http://www.paklog.si/pellicola-termoretraibile-shrink-wrap.html
Sappiamo bene però che le difficoltà attuali nel riciclo della plastica fanno preferire quando possibile l’utilizzo di un materiale analogo biodegradabile.
E, da circa un anno a questa parte, ricevo riviste in una pellicola di consistenza differente, compostabile e quindi da smistare nei rifiuti con la frazione umida.
http://www.ibiplast.com/prodotti-dettaglio.php?idv=7
https://www.altroconsumo.it/casa-energia/energia-rinnovabile/news/altroconsumo-plastic-free
https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=9781
Buona notizia, l’utilizzo di film in materiale compostabile si sta estendendo anche all’imballaggio industriale ed alle pellicole per uso alimentare.
https://italiaimballaggio.network/it/ticinoplast-nextfilm-film-biodegradabili-e-compostabili
Ad esempio questo produttore fornisce tutti i componenti di imballaggio più frequenti (scatole, nastro adesivo, materiale morbido anti urto etc) che costituiscono i pacchi in materiale compostabile o biodegradabile.
https://www.propac.it/prodotti-green.html
E, certamente, quest’anno tutti noi abbiamo comprato più del solito per corrispondenza. Poter smaltire quindi tutti gli imballaggi in modo corretto per l’ambiente e l’economia circolare fa stare molto meglio.
Un altro oggetto difficile da smistare nella raccolta differenziata è il blister.
Si tratta di un contenitore fatto di una parte concava, che accoglie il prodotto confezionato, e di un coperchio ad essa aderente.
Esso lo associamo anzitutto ai medicinali.
Ma in realtà la sua applicazione è più vasta. La stessa tecnica consente il confezionamento di diversi prodotti di piccola taglia in esposizione presso le rivendite, cosiddetti blister a conchiglia.
Ad esempio piccoli prodotti informatici, come le penne usb, oppure cosmetici, come il burro di cacao o lo spazzolino da denti, oppure alcune lampadine possono avere lo stesso tipo di imballaggio.
A volte hanno la sagoma dell’oggetto che avvolgono, e riempiono l’intera confezione che è chiusa in una scatola di cartone, come per alcuni oggetti elettronici, telefonia o informatici.
https://www.farmores.com/blister-informazioni-e-confezionamento/
https://www.lamiapendrive.it/product_info.php?products_id=474
Si tratta di un materiale composto: la parte concava è in genere in plastica trasparente, più spesso in PVC, o talvolta in alluminio. La parte coprente può essere nello stesso materiale oppure di carta.
La componente cartacea o di alluminio potranno essere facilmente riciclate.
Viceversa quella plastica, anche se con essa va conferita, difficilmente troverà una nuova vita nell’impianto di riciclo, ma più probabilmente andrà alla termovalorizzazione.
http://it.ylprinting.com/pvc-blister-packaging-tray/
Esistono però aziende che hanno capacità di riciclarli. Speriamo possano trovare rapidamente diffusione e impiego sul territorio.
https://www.mgrecycling.it/riciclaggio-blister/
Ed esistono persino aziende che dichiarano di poter produrre penne usb insieme con il loro imballaggio interamente biodegradabili!
http://branmedia.it/box_dx.php?id=green
Qui un video su una forma di riciclo creativo dei blister dei farmaci.
https://www.pianetadonne.blog/alcune-idee-riciclare-blister-dei-farmaci/
Attenzione però: se il blister contiene ancora farmaci, essi vanno smaltiti in farmacia e non nella raccolta domestica dei rifiuti!
https://www.altroconsumo.it/salute/farmaci/consigli/farmaci-smaltimento
Raccogliere informazioni in questo ambito mi ha fatto pensare a degli oggetti che ho conosciuto quando erano innovativi e che stanno ora andando progressivamente in disuso: cd e dvd.
Sia per il loro imballaggio, sia per l’oggetto stesso, è interessante sapere come vanno correttamente smistati.
Vanno interamente smaltiti nell’indifferenziato. La custodia non è un imballaggio ma fa parte dell’oggetto fino al fine vita.
https://pianetadelleidee.altervista.org/2017/09/dove-si-buttano-i-cd-e-le-custodie.html
https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/rifiuti/guida-ai-rifiuti-a-z/cd-e-dvd.html
Ancora qualche esempio di riciclo creativo:
https://www.tuttogreen.it/riciclare-cd-e-dvd/
Ricordiamo: il multimateriale ed in particolare la plastica viene riciclata ad un costo che viene sostenuto all’origine dal produttore o dal suo importatore o distributore. Questo costo viene sostenuto solo per gli imballaggi degli oggetti.
Qui qualche elenco di cosa rappresenta un imballaggio e cosa no.
http://www.geovest.it/uploads/C009_centalogo%20DA%201%20A%2011.pdf
http://www.uisp.it/reggioemilia/files/principale/oldnews/162_news_dovelogetto.pdf
https://sites.google.com/view/vocariciclario/categorie-di-rifiuti/imballaggi-in-plastica
http://www.conai.org/imprese/cos-e-imballaggio/cosa-non-e-imballaggio/#1
A questa pagina tantissime informazioni sugli imballaggi. La storia del packaging, del suo design, ma soprattutto le più recenti introduzioni nel mercato a maggiore sostenibilità ambientale:
https://wearepackagingfans.com/site/150-anni-di-packaging-limballaggio-per-una-vita-comoda/
Un approfondimento sulle plastiche utilizzate negli imballaggi: la differenza tra termoplastiche e termoindurenti, limiti e possibilità del riciclo, significato della termovalorizzazione.
https://www.zerosprechi.eu/index.php/falsi-miti-plastica
Tornando agli imballaggi che entrano nella nostra casa, c’è un materiale che apprezziamo fin da bambini particolarmente. In genere circonda gli oggetti fragili. Spesso lo troviamo nei pacchetti dei nostri acquisti on line oppure in alcune buste da plico, nel rivestimento interno di quelle di colore marrone chiaro. Si, sto parlando del film a bolle d’aria, pluriball, quel foglio di plastica ripieno di bottoni pieni d’aria che sono un richiamo antistress irrinunciabile.
In genere è fatto di plastica riciclabile, più spesso strati di LDPE o HDPE.
https://shop.buffetti.it/servizi-generali/spedizione-e-imballo.html
http://www.barberopietrospa.it/MaterialiProtettiviRiempimento/Film-a-bolla-aria-AIRCAP.aspx
Anche questo non è un banale materiale da imballaggio ma un fenomeno di costume, che ha avuto anche applicazioni nel mondo della moda.
https://www.tiriordino.com/fai-da-te-bricolage/pluriball-mania/
E pensare che era stato inventato nel 1957 come materiale isolante per le pareti degli appartamenti, tipo tappezzeria!
https://blog.ratioform.it/pluriball-un-passato-insospettabile/
Sembra purtroppo però che questo materiale possa essere sostituito con altri più convenienti e più sostenibili. In futuro i bambini non conosceranno il divertimento di far scoppiettare tutte le palline d’aria..
Ecco come riciclare le buste da plico che contengono carta all’esterno e pluriball all’interno:
https://www.stile.it/2018/04/02/buste-imbottite-come-riciclarle-id-183551/
Parliamo ancora di un componente indispensabile nel garantire l’integrità dei pacchi che arrivano in casa: il nastro adesivo, che negli usi più semplici casalinghi chiamiamo scotch (sembra che fosse un materiale fatto in economia di colla all’origine e per questo “scozzese”).
Esso va normalmente smistato nell’indifferenziato, indipendentemente dal materiale di cui è costituito (carta, oppure plastica, PP oppure PVC) : la colla presente non ne consente il riciclo.
https://www.imballaggi-2000.com/22-nastri-adesivi
https://pianetadelleidee.altervista.org/2018/04/dove-si-butta-lo-scotch-nastro-adesivo.html
Tuttavia esistono produttori di nastro adesivo compostabile, nonostante la colla. Speriamo che il loro prodotto possa avere rapida diffusione:
https://www.friendlyshop.it/shop/scotch-di-carta-compostabile/
In conclusione, abbiamo affrontato componenti di imballaggi che entrano molto frequentemente nelle nostre case, ma di cui qualche dubbio sul loro destino esiste.
Molti di essi, abbiamo visto, possono essere sostituiti con componenti compostabili di sicuro minore impatto ambientale e più facile smistamento nella raccolta differenziata.
Speriamo in una rapida implementazione: spesso questi prodotti sono piccoli, leggeri, e hanno una estrema capacità di sfuggire al sacchetto e inquinare l’ambiente.
Alla prossima stilla!
Vi ricordo dove scaricare una piccola guida da stampare ed avere sempre in evidenza per il corretto smistamento dei rifiuti dei contenitori per alimenti:
http://www.ecor.it/upload/Files/Manuale_Raccolta%20differenziata%20prodotti%20Ecor.pdf
Due approfondimenti del CONAI (Consorzio Nazionale per il Recupero degli Imballaggi) ed uno del COMIECO (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base cellulosica):
Linee guida per la facilitazione delle attività di riciclo degli imballaggi in materiale plastico:
http://www.conai.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/2017/07/Linee-Guida_Riciclo_Plastica.pdf
Liste degli imballaggi in plastica nelle fasce contributive:
Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi:
E qui i collegamenti alle precedenti stille di raccolta differenziata:
1. Tubetto di dentifricio.
2. Tappi di bottiglia.
3. Contenitori di alimenti in frigorifero (prima parte).
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/03/stille-di-raccolta-differenziata-3.html
4. Contenitori di alimenti in frigorifero (seconda parte).
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/04/stille-di-raccolta-differenziata-4.html
5. Contenitori di alimenti in dispensa.
6. I poliaccoppiati.
7. La sporta.
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