Introduzione

ECOLOGIA, CUCINA E ECONOMIA DOMESTICA: L'INIZIO.

Le azioni quotidiane più semplici, come fare la spesa, cucinare, raccogliere i rifiuti, vengono perlopiù svolte seguendo insegnamenti di ba...

martedì 10 marzo 2020

Stille di raccolta differenziata 3. contenitori di alimenti in frigorifero

Apriamo adesso un vasto argomento, quello del destino di tanti contenitori, involucri, incarti, vaschette che contengono gli alimenti che comperiamo. Ce ne sono tanti, e i gusti sono diversi, difficilmente copriremo le esigenze di tutti. Però se segnalate interesse per qualche particolare prodotto possiamo approfondire e aggiungere dati alla raccolta.

Spero abbiate il tempo di leggere tutto ma se non riuscite potete ricorrere a questa piccola guida da stampare ed avere sempre in evidenza per il corretto smistamento dei rifiuti dei contenitori per alimenti:

Iniziamo dalla spesa che riponiamo nel frigorifero:

contenitore del latte, di succhi ed altre bevande per la colazione
Che si prenda latte o una bevanda alternativa, in genere la giornata inizia per tutti con qualcosa da bere.
I più frequenti contenitori sono bottiglie di vetro, bottiglie di plastica e contenitori in Tetra Brik (Tetra Pak).
Per il vetro la risposta è intuitiva. Il vetro va nel vetro e il tappo come abbiamo visto nella precedente stilla (nel latte che compro io è un tappo di metallo). Si tratta però di una scelta infrequente, quella della bottiglia in vetro. Peraltro, l’ideale sarebbe che fosse un vetro a rendere, per un riuso che senz’altro è più vantaggioso per l’ambiente rispetto al riciclo.

Eppure, anche in contesti virtuosi, sembra difficile vedere il ritorno del vetro a rendere. Più facile riciclarlo.

Per la bottiglia di plastica, essa in genere è in plastica trasparente ed è in PET, come le bottiglie d’acqua. Si tratta del polimero (PET, plastica di tipo 1) più facilmente riciclabile. Ma attenzione, non dimentichiamo la presenza di una fascetta in plastica che fa da etichetta e del tappo. In genere sono rispettivamente in polietilene a bassa (LDPE tipo 4) e ad alta densità (HDPE tipo 2): vanno nella plastica e con buona probabilità verranno riciclati.

Per il Tetra Pak, ne abbiamo già parlato nel riciclaggio della carta.

Si tratta del primo e più famoso imballaggio poliaccoppiato, nato in Svezia nel 1951 e tuttora tra i più diffusi al mondo, con parti in plastica, carta e alluminio, dove la parte maggiore percentuale è di carta. In Italia viene avviato al riciclaggio e recupero della parte in carta, pertanto è con essa che nella maggior parte dei comuni italiani va gettato.
Di seguito l’impegno dell’azienda per la sostenibilità ambientale.

involucro del burro
Non se ne consuma tanto di burro in Italia, malvisto per l’origine animale e per la quota di acidi grassi saturi, eppure dal sapore così buono e a piccole dosi sicuramente tollerabile, comunque non manca nella maggioranza dei frigoriferi.
In genere il burro è avvolto in una carta di color alluminio, qualche volta invece ha un aspetto più francamente cartaceo. Dipende dalle marche. Di cosa è fatto quest’involucro? Dove si butta?
Ruminantia ci dice che possono essere involucri poliaccoppiati, carta + plastica, oppure carta cerata. 

Quanto al destino di questo imballaggio, è il secco indifferenziato. Il poliaccoppiato e la carta cerata sporca non sono destinati al riciclo.

Una speranza è che si possa utilizzare un incarto compostabile in carta cerata. Del resto nella catena del freddo si stanno diffondendo sempre più gli involucri compostabili (pensiamo alle vaschette di gelato già dall’estate scorsa diventate compostabili invece che di plastica).

Ad ogni modo, il burro una volta aperto va trasferito nella burriera. Ce ne sono di vario tipo, in vetro, metallo o plastica, conservano bene il burro nel frigorifero e sono eleganti per presentarlo.

vasetti dello yogurt
Possiamo trovare yogurt in vetro, ad esempio quando si va nelle famose aziende agricole e casearie del Cilento. O magari per qualche filiera pregiata. Ma il grosso dei vasetti di yogurt, di vario formato, è di plastica, senza tappo ma con una protezione di alluminio.
Dove si buttano? l’alluminio, per quanto sottile e leggero, verrà riciclato al 100%.
Il vasetto in plastica può essere in due polimeri diversi: polipropilene (PP, tipo 5) e polistirene (PS, tipo 6). Il primo anche se con qualche difficoltà potrà venire riciclato; il secondo è allo stato improbabile in Italia.
Anche se vanno gettati nella plastica, non sono due materiali sovrapponibili dal punto di vista ecologico. Certo, prima di tutto la qualità e il gusto dello yogurt, ma un occhio al vasetto nella nostra scelta è importante.
In ogni caso, è bene sciacquarli: qualcuno provvederà a smistarli, anche se grossolanamente e assistito da una macchina in qualche stabilimento, e gradirà la maggiore pulizia.
Infine, esistono quelli da bere. Come il kefir. Questi hanno in genere una bottiglia di plastica in PET ben riciclabile. 

La ricerca per riciclare il polistirene comunque va avanti. La speranza è di poter comprare un yogurt in un vasetto 100% di plastica riciclata. O anche che il polistirene dei vasetti possa essere riutilizzato in edilizia come isolante.

Riutilzzo creativo dei vasetti di yogurt: alcune idee.

involucri di formaggio
Esistono formaggi a pasta molla e spalmabili come lo stracchino, e formaggi a pasta dura, come il provolone. Formaggi freschi, come la mozzarella, e formaggi stagionati, come il grana.
Il formaggio è uno degli alimenti caratteristici dell’Italia, con una grande varietà e bontà per ogni regione. 
Li compriamo al dettaglio, in salumeria o al supermercato.
In genere i formaggi a pasta molla sono contenuti in vaschette, o avvolti in un involucro.
Alcuni formaggi di grande diffusione e di produzione industriale sono venduti in piccole porzioni in imballaggi in cui rimangono fino al consumo finale.
Più spesso però compriamo formaggi a pasta dura, avvolti in pellicola di plastica per alimenti o in un involucro di plastica per sottovuoto.

Una volta a casa li mettiamo in frigorifero.
Ma come dobbiamo richiuderli, una volta aperti?
Ecco alcune regole fondamentali per conservare al meglio il formaggio in frigo.
Diversamente da quello che è l’uso più frequente, non è consigliabile avvolgere il formaggio in pellicola trasparente. Essa ne impedisce la traspirazione e non è idonea per la conservazione di alimenti con ricca quota di grassi (cede composti dannosi).

Meglio l’utilizzo di carta oleata, carta da forno o carta stagnola. E meglio metterli al sicuro in una pratica scatola idonea alla conservazione dei formaggi in frigorifero. Oppure sottovuoto.

Ma dove buttare gli imballaggi con cui li abbiamo comprati?
Per le vaschette dei formaggi a pasta molla, specie di produzione industriale, vale il discorso fatto per i vasetti di yogurt: polistirene o polipropilene, che vanno nella plastica, con una maggiore probabilità di riciclo per il polipropilene.

Gli incarti di formaggi freschi o a pasta molle possono variare molto a seconda del produttore, tra carta semplice, carta cerata, alluminio e poliaccopiati plastica alluminio. Non sempre è chiaro il materiale e non sempre le indicazioni del produttore sono chiare.

La pellicola trasparente per alimenti può essere in policloruro di vinile (PVC, plastica tipo 3) o polietilene (LDPE).
La prima ha maggiori capacità di aderenza al prodotto. Eppure, per le potenziali proprietà di inquinamento dei cibi e per la scarsa probabilità di riciclo, non è da consigliare.

plastica del sottovuoto (formaggi, ma anche salumi, legumi ed altro)
Sono tanti i prodotti che possono essere venduti sottovuoto: abbiamo affrontato questo tipo di imballaggio per i formaggi, ma in realtà salumi, legumi, cereali, pesci ed altro possono essere messi sottovuoto: si conserveranno bene e a lungo. Ma di che materiale plastico si tratta? Verrà riciclato?
Possono essere in più polimeri accoppiati (plastica di tipo 7, più difficilmente riciclabili quindi) oppure in monopolimero polietilene (LDPE) e dunque riciclabili una volta ripuliti. 
Vanno quindi nella plastica e, se decidiamo di dotarci a casa di una macchina per il sottovuoto, privilegiamo l’uso di sacchetti in plastica monopolimero.

Interessante quest’articolo dove leggiamo le potenzialità della cucina sottovuoto e che ci rassicura sulla sicurezza della tecnica anche in relazione al materiale plastico del sottovuoto:


Nella prossima stilla continueremo ad analizzare gli imballaggi di alimenti nella catena del freddo.

A presto.

Nessun commento:

Posta un commento