Introduzione

ECOLOGIA, CUCINA E ECONOMIA DOMESTICA: L'INIZIO.

Le azioni quotidiane più semplici, come fare la spesa, cucinare, raccogliere i rifiuti, vengono perlopiù svolte seguendo insegnamenti di ba...

domenica 27 settembre 2020

UVA

Settembre, periodo di vendemmia per eccellenza.

Ma questa volta parliamo dell’uva da tavola, la frutta.

Che cosa cambia rispetto all’uva del vino?

Quali sono le varietà più buone?

Quando è periodo?

Da dove viene?


Vediamo insieme.


L’uva è il frutto della vite. Esistono due varietà fondamentali di vite: quella europea e quella americana.

Il rapporto dell’uomo europeo con la vite si perde nella notte dei tempi. Di probabile origine dall’Asia minore, viene citata, per il consumo di vino, nella Bibbia e nelle fonti egiziane, per poi diventare parte essenziale delle culture classica, cristiana e occidentale moderna.

E di pari passo il consumo dell’uva da tavola, che può essere consumata fresca o essiccata (uva passa o uva sultanina).

https://www.alimentipedia.it/uva.html

https://ilcalicediebe.com/2019/03/12/essere-sommelier-luva/


Se penso all’uva mi vengono in mente tre varianti: uva bianca, uva nera (o rossa) e uva fragola.

Ne esistono molte di più. Anche senza semi.

Vediamo:


varietà di uva a bacca bianca:

uva ITALIA la più diffusa, colorito degli acini giallo verde, con buccia spessa e croccante, polpa succosa e dolce.

uva REGINA abbastanza precoce, acini dorati, buccia spessa e resistente, polpa dolce e aromatica.

uva VICTORIA precoce, bacche molto grosse e solide, buccia spessa, colorito giallo.

uva SUGRAONE bacche gialle, ovali, leggermente aromatica.

uva PIZZUTELLO BIANCA slow food, dal nome i grappoli ovali, buccia sottile, polpa croccante.

uva BARESANA, varietà antica, protetta da slow food, colorito molto chiaro e buccia sottile, quindi delicata, ma molto saporita e dolce.

uva MONTONICO presidio slow food, acini rotondi, colorito giallo verde, polpa carnosa.

uva LUGLIATICA, precoce, colorito giallo degli acini.

uva ZIBIBBO o MOSCATO DI ALESSANDRIA, estremamente aromatica.

uva COLOMBANA DI PECCIOLI, rara, protetta da slow food.


a bacca scura:

uva MICHELE PALIERI buccia croccante, resistente, polpa dolce.

uva RED GLOBE colorito rosso violaceo, spiccata dolcezza.

uva BLACK MAGIC varietà precoce e costosa.

uva CARDINAL precoce, acini sferici, colorito rosso carico, polpa croccante e carnosa.

uva PIZZUTELLO DI TIVOLI slow food, dal nome i grappoli ovali, buccia sottile, polpa croccante.

uva APULIA ROSE, colore rosa di chicchi sferici e molto saporiti.

uva MOSCATO DI AMBURGO colore degli acini marrone rosso, polpa profumata.


senza semi:

uva MELISSA, come la Sultanina, più precoce.

uva SULTANINA (THOMPSON SEEDLESS), tipica di Turchia, Grecia, Iran, è naturalmente senza semi ed estremamente zuccherina, pertanto adatta all’essiccazione.

uva CRIMSON SEEDLESS abbastanza recente, poco diffusa.

uva SCARLOTTA SEEDLESS poco dolce, leggermente acida.

uva AUTUMN ROYAL bacca nera, acini ovali, polpa croccante.


e l’uva FRAGOLA, che prende il nome dal sapore di fragolina di bosco. Può anche essere bianca, anche se molto più diffusa di colorito scuro.


Qui le fonti, dove poter leggere qualche approfondimento in più su origine e caratteristiche.

https://www.assofruititalia.it/produzioni/frutta/uva-da-tavola/

https://initalia.virgilio.it/uva-da-tavola-italiana-mai-dolce-come-questanno-come-riconoscere-le-differenze-16937

https://www.giardinaggio.it/ortofrutta/uva/varieta-uva-da-tavola.asp

https://www.dissapore.com/cucina/uva-da-tavola-tutte-le-varieta-da-conoscere/

http://web.tiscali.it/leginestre/frutta/uva.htm


Le preferite in Italia sono le varietà a bacca bianca, tra cui Italia, Victoria, Pizzutello bianco, Regina.

https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/uva-da-tavola-varieta-italia/


L’Italia è tra i più grandi produttori mondiali di uva.

Peraltro, il più grosso produttore d’uva è la Puglia, seguita a distanza dalla Sicilia (insieme fanno più del 90% della produzione nazionale).

https://www.freshplaza.it/article/4066812/italia-uva-da-tavola-puglia-e-sicilia-sono-le-regioni-leader/


E’ molto notevole inoltre il ruolo dell’Italia come esportatore nel mondo, secondo solo al Cile.

https://www.researchgate.net/publication/267765332_La_diffusione_dell%27uva_da_tavola


Del resto l’uva da tavola è considerata, per praticità di consumo, il terzo frutto più comodo dopo le banane e la frutta secca e disidratata pronta all’uso.

Curioso, nello stesso sondaggio emergono come frutti più scomodi kiwi, meloni e pere.

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/40969/la-categoria-del-mese/produzione-export-consumi-tutto-sulluva-da-tavola


Nel mondo negli ultimi 30 anni sono però emersi nuovi grandi produttori: Cina, Turchia, India, Iran, Egitto e Uzbekistan precedono l’Italia, che in passato era stabile al terzo posto.

Va comunque detto che in Italia circa l’86% dell’uva raccolta diventerà vino (in Francia più del 99%).

https://www.agrisole.ilsole24ore.com/art/filiere/2019-07-31/agrisole-conad-produzione-mondiale-uva-tavola-raddoppiata-20-anni-163902.php?uuid=ACwbXSc


Oggi l’uva pugliese (quasi il 70% della produzione italiana) costa di più di quella egiziana o soffre la concorrenza di quella senza semi, di provenienza dall’Olanda, sempre più gradita al consumatore ma che in effetti si fa fatica a trovare in Italia. Le varietà senza semi sono più impegnative per la produzione e tendono ad essere meno dolci di quelle tradizionali.

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/1231459/puglia-importazione-uva-senza-semi-dall-olanda-ennesimo-sopruso.html

https://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2020/07/16/uva-da-tavola-cia-lancia-allarme-su-concorrenza-sleale_a7e60dd3-31bc-4f7c-b2b1-1e7ee0f1732b.html


L’uva, oltre che essere pratica e comoda da mangiare, piace anche perché è dolce.

Questo è conseguenza del fatto che è tra i frutti più calorici.

E’ ricca in zucchero (glucosio) e sali minerali, meno in vitamine.

I semi e la buccia nascondono due pregi: i primi contengono acido linoleico, utile al metabolismo del colesterolo, la seconda contiene antiossidanti polifenoli e resveratrolo e, le varietà a bacca rossa, antocianine.

https://alimentazione.gazzetta.it/news/06-09-2020/uva-tutte-le-proprieta-tanti-zuccheri-ma-anche-sali-minerali-e-flavonoidi-49989

https://www.humanitas.it/enciclopedia/alimenti/frutta/uva

https://smartfood.ieo.it/alimenti/uva/


Ma quando è periodo di uva? Dipende dalle varietà, che hanno periodo di raccolta differente. Tendenzialmente la si trova in abbondanza, buona, a buon prezzo da agosto a ottobre inoltrato.

https://www.elicriso.it/it/frutta/uva/

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/26495/mercati-e-imprese/uva-da-tavola-il-calendario-produttivo-e-commerciale-in-sicilia-la-raccolta-e-gia-iniziata


L’uva disponibile nei mesi precedenti oppure in fine autunno proviene più spesso da coltivazioni protette e non in pieno campo.

https://iris.unipa.it/retrieve/handle/10447/105377/144801/Tesi_Giuseppe_Artale_XXV_CICLO.pdf


Un trend di cui ancora non ho la percezione, nel mondo reale, cioè del fruttivendolo sotto casa, è quello del sorpasso delle varietà senza semi su quelle tradizionali, su cui diversi produttori stanno oggi scommettendo.

http://www.giulianopugliafruit.it/news/press/113-uva-da-tavola-sos-consumi-e-prezzi-l-analisi-di-giuliano

https://www.freshplaza.it/article/9238175/buone-prospettive-per-la-stagione-dell-uva-da-tavola-italiana/


A queste pagine qualche approfondimento sulle tecniche colturali dell’uva da tavola:

https://rivistafrutticoltura.edagricole.it/news/uva-da-tavola-tecniche-colturali-per-produrre-di-piu-meglio/

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2011/07/28/tutto-sull-uva-da-tavola/13778


Quasi tutta l’uva da tavola e tutta l’uva da vino provengono dalla vite europea.

Ma la vita americana, oltre ad aver consentito una resistenza alla filossera che ha consentito alla vite europea di sopravvivere, ha un altro importante ruolo: l’uva fragola è il frutto della vite americana.

https://www.vinook.it/uva-e-vitigni/uva/uva-americana.asp


La storia della vite e della sua coltivazione è estremamente interessante, ricca inoltre di riferimenti letterari. Essenzialmente però viene raccontata dal punto di vista della produzione di vino, e su questo argomento un giorno la affronteremo nel blog.

Per chi ne ha piacere, di seguito alcune pagine esaustive sull’argomento:

http://www.vitignievini.it/public/Storia/Origini%20della%20vite%20e%20del%20vino.html

https://lastoriaviva.it/storia-della-vite-e-del-vino-dalla-preistoria-a-roma/

http://www.effettoterra.org/documenti/tempo_libero/approfondimenti/storia_dell’uva.html


Raccolta e coltivazione dell’uva. Consigli per chi vuole avere una piccola vigna sul terrazzo o in giardino:

https://www.giardinaggio.it/orto/uva=utilizzo_uva-da-tavola==209@.asp


Una enciclopedia sulla produzione dell’uva da tavola:

https://www.colturaecultura.it/uva-da-tavola

https://www.colturaecultura.it/capitolo/nel-mondo


Ed una pagina web interamente dedicata a notizie sul mondo dell’uva da tavola e della sua coltivazione:

https://www.uvadatavola.com


Infine, in chiusura, pensare all’uva mi ricorda una vecchia favola greca, di Esopo, raccontata anche da Fedro, la volpe e l’uva, piena di significato.

Qui potete leggerne il testo e la sua spiegazione:

https://it.wikipedia.org/wiki/La_volpe_e_l%27uva

giovedì 17 settembre 2020

Stille di raccolta differenziata 8. cellophane e imballaggi di pacchi.

Torniamo a vedere nel dettaglio cosa fare di alcuni imballaggi che entrano in casa di cui è difficile capire il materiale di cui sono fatti, la riciclabilità, o magari se esistono alternative più ecologiche.


Dopo aver a lungo parlato di cucina, spostiamoci verso altre stanze della casa.


Immagino che anche voi come me siate abbonati ad una o più riviste, che arriva per posta a casa.

In genere le troviamo nella cassetta delle lettere avvolte da un film trasparente, una pellicola che chiamiamo cellophane.


In realtà l’utilizzo di un film plastico per imballare è molto diffuso: agende e libri possono essere avvolti in questo involucro, ma tantissime altre cose, tra cui le sigarette, prodotti di cancelleria e prodotti di uso domestico (carta igienica e scottex, ad esempio, sono spesso così imballati).

Ne esistono inoltre importanti usi a livello di grandi imballaggi, che non conosciamo nelle vendite al dettaglio.


Tornando al cellophane (o cellofan), di cosa si tratta?

Utilizziamo questo termine, erroneamente, per intendere una pellicola trasparente da imballaggio, che oggi quasi sempre è in plastica, più spesso in polietilene (LDPE) o polipropilene (PP).

Ma il cellophane fu inventato nel 1908 da un ingegnere svizzero, JE Brandenberger, ed è di origine vegetale, a partire dalla cellulosa (o più precisamente viscosa).

http://deladelmur.blogspot.com/2011/12/cellofan.html

https://www.eurofides.com/magazine/che-cosa-e-il-cellophane/


A questo indirizzo un video che mostra le differenze tra cellophane ed un film in plastica: colpisce in particolare il comportamento diverso al fuoco: il vero cellophane brucia come la carta, la plastica si scioglie come avremo senz’altro avuto evidenza da ragazzini.

http://www.eco-packaging.it


Dunque, il vero cellophane è un materiale di origine vegetale e destinabile alla raccolta dei rifiuti con la frazione umida.

Ma la sua diffusione è molto inferiore rispetto al film plastico, sostituto analogo più economico, che invece è destinato alla raccolta con la plastica.

http://www.paklog.si/pellicola-termoretraibile-shrink-wrap.html


Sappiamo bene però che le difficoltà attuali nel riciclo della plastica fanno preferire quando possibile l’utilizzo di un materiale analogo biodegradabile.

E, da circa un anno a questa parte, ricevo riviste in una pellicola di consistenza differente, compostabile e quindi da smistare nei rifiuti con la frazione umida.

http://www.ibiplast.com/prodotti-dettaglio.php?idv=7

https://www.altroconsumo.it/casa-energia/energia-rinnovabile/news/altroconsumo-plastic-free

https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=9781


Buona notizia, l’utilizzo di film in materiale compostabile si sta estendendo anche all’imballaggio industriale ed alle pellicole per uso alimentare.

https://italiaimballaggio.network/it/ticinoplast-nextfilm-film-biodegradabili-e-compostabili

https://www.rajapack.it/blog-it/il-primo-film-estensibile-80-riciclato/?utm_source=blog&utm_medium=organic&utm_campaign=film80


Ad esempio questo produttore fornisce tutti i componenti di imballaggio più frequenti (scatole, nastro adesivo, materiale morbido anti urto etc) che costituiscono i pacchi in materiale compostabile o biodegradabile.

https://www.propac.it/prodotti-green.html


E, certamente, quest’anno tutti noi abbiamo comprato più del solito per corrispondenza. Poter smaltire quindi tutti gli imballaggi in modo corretto per l’ambiente e l’economia circolare fa stare molto meglio.


Un altro oggetto difficile da smistare nella raccolta differenziata è il blister.

Si tratta di un contenitore fatto di una parte concava, che accoglie il prodotto confezionato, e di un coperchio ad essa aderente.

Esso lo associamo anzitutto ai medicinali.

Ma in realtà la sua applicazione è più vasta. La stessa tecnica consente il confezionamento di diversi prodotti di piccola taglia in esposizione presso le rivendite, cosiddetti blister a conchiglia.

Ad esempio piccoli prodotti informatici, come le penne usb, oppure cosmetici, come il burro di cacao o lo spazzolino da denti, oppure alcune lampadine possono avere lo stesso tipo di imballaggio.

A volte hanno la sagoma dell’oggetto che avvolgono, e riempiono l’intera confezione che è chiusa in una scatola di cartone, come per alcuni oggetti elettronici, telefonia o informatici.

https://www.farmores.com/blister-informazioni-e-confezionamento/

https://www.lamiapendrive.it/product_info.php?products_id=474


Si tratta di un materiale composto: la parte concava è in genere in plastica trasparente, più spesso in PVC, o talvolta in alluminio. La parte coprente può essere nello stesso materiale oppure di carta.

La componente cartacea o di alluminio potranno essere facilmente riciclate.

Viceversa quella plastica, anche se con essa va conferita, difficilmente troverà una nuova vita nell’impianto di riciclo, ma più probabilmente andrà alla termovalorizzazione.

http://it.ylprinting.com/pvc-blister-packaging-tray/


Esistono però aziende che hanno capacità di riciclarli. Speriamo possano trovare rapidamente diffusione e impiego sul territorio. 

https://www.mgrecycling.it/riciclaggio-blister/


Ed esistono persino aziende che dichiarano di poter produrre penne usb insieme con il loro imballaggio interamente biodegradabili!  

http://branmedia.it/box_dx.php?id=green


Qui un video su una forma di riciclo creativo dei blister dei farmaci.

https://www.pianetadonne.blog/alcune-idee-riciclare-blister-dei-farmaci/


Attenzione però: se il blister contiene ancora farmaci, essi vanno smaltiti in farmacia e non nella raccolta domestica dei rifiuti!

https://www.altroconsumo.it/salute/farmaci/consigli/farmaci-smaltimento


Raccogliere informazioni in questo ambito mi ha fatto pensare a degli oggetti che ho conosciuto quando erano innovativi e che stanno ora andando progressivamente in disuso: cd e dvd.

Sia per il loro imballaggio, sia per l’oggetto stesso, è interessante sapere come vanno correttamente smistati.

Vanno interamente smaltiti nell’indifferenziato. La custodia non è un imballaggio ma fa parte dell’oggetto fino al fine vita.

https://pianetadelleidee.altervista.org/2017/09/dove-si-buttano-i-cd-e-le-custodie.html

https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/rifiuti/guida-ai-rifiuti-a-z/cd-e-dvd.html


Ancora qualche esempio di riciclo creativo:

https://www.tuttogreen.it/riciclare-cd-e-dvd/


Ricordiamo: il multimateriale ed in particolare la plastica viene riciclata ad un costo che viene sostenuto all’origine dal produttore o dal suo importatore o distributore. Questo costo viene sostenuto solo per gli imballaggi degli oggetti.

Qui qualche elenco di cosa rappresenta un imballaggio e cosa no.

http://www.geovest.it/uploads/C009_centalogo%20DA%201%20A%2011.pdf

http://www.uisp.it/reggioemilia/files/principale/oldnews/162_news_dovelogetto.pdf

https://sites.google.com/view/vocariciclario/categorie-di-rifiuti/imballaggi-in-plastica

http://www.conai.org/imprese/cos-e-imballaggio/cosa-non-e-imballaggio/#1


A questa pagina tantissime informazioni sugli imballaggi. La storia del packaging, del suo design, ma soprattutto le più recenti introduzioni nel mercato a maggiore sostenibilità ambientale:

https://wearepackagingfans.com/site/150-anni-di-packaging-limballaggio-per-una-vita-comoda/


Un approfondimento sulle plastiche utilizzate negli imballaggi: la differenza tra termoplastiche e termoindurenti, limiti e possibilità del riciclo, significato della termovalorizzazione.

https://www.zerosprechi.eu/index.php/falsi-miti-plastica


Tornando agli imballaggi che entrano nella nostra casa, c’è un materiale che apprezziamo fin da bambini particolarmente. In genere circonda gli oggetti fragili. Spesso lo troviamo nei pacchetti dei nostri acquisti on line oppure in alcune buste da plico, nel rivestimento interno di quelle di colore marrone chiaro. Si, sto parlando del film a bolle d’aria, pluriball, quel foglio di plastica ripieno di bottoni pieni d’aria che sono un richiamo antistress irrinunciabile.

In genere è fatto di plastica riciclabile, più spesso strati di LDPE o HDPE.

https://shop.buffetti.it/servizi-generali/spedizione-e-imballo.html

http://www.barberopietrospa.it/MaterialiProtettiviRiempimento/Film-a-bolla-aria-AIRCAP.aspx


Anche questo non è un banale materiale da imballaggio ma un fenomeno di costume, che ha avuto anche applicazioni nel mondo della moda.

https://www.tiriordino.com/fai-da-te-bricolage/pluriball-mania/


E pensare che era stato inventato nel 1957 come materiale isolante per le pareti degli appartamenti, tipo tappezzeria!

https://blog.ratioform.it/pluriball-un-passato-insospettabile/


Sembra purtroppo però che questo materiale possa essere sostituito con altri più convenienti e più sostenibili. In futuro i bambini non conosceranno il divertimento di far scoppiettare tutte le palline d’aria..

https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/addio-alla-plastica-da-imballaggio-con-le-bolle-che-scoppiano


Ecco come riciclare le buste da plico che contengono carta all’esterno e pluriball all’interno:

https://www.stile.it/2018/04/02/buste-imbottite-come-riciclarle-id-183551/


Parliamo ancora di un componente indispensabile nel garantire l’integrità dei pacchi che arrivano in casa: il nastro adesivo, che negli usi più semplici casalinghi chiamiamo scotch (sembra che fosse un materiale fatto in economia di colla all’origine e per questo “scozzese”).

Esso va normalmente smistato nell’indifferenziato, indipendentemente dal materiale di cui è costituito (carta, oppure plastica, PP oppure PVC) : la colla presente non ne consente il riciclo.

https://www.imballaggi-2000.com/22-nastri-adesivi

https://pianetadelleidee.altervista.org/2018/04/dove-si-butta-lo-scotch-nastro-adesivo.html


Tuttavia esistono produttori di nastro adesivo compostabile, nonostante la colla. Speriamo che il loro prodotto possa avere rapida diffusione:

https://www.friendlyshop.it/shop/scotch-di-carta-compostabile/




In conclusione, abbiamo affrontato componenti di imballaggi che entrano molto frequentemente nelle nostre case, ma di cui qualche dubbio sul loro destino esiste.

Molti di essi, abbiamo visto, possono essere sostituiti con componenti compostabili di sicuro minore impatto ambientale e più facile smistamento nella raccolta differenziata.

Speriamo in una rapida implementazione: spesso questi prodotti sono piccoli, leggeri, e hanno una estrema capacità di sfuggire al sacchetto e inquinare l’ambiente.

Alla prossima stilla!





Vi ricordo dove scaricare una piccola guida da stampare ed avere sempre in evidenza per il corretto smistamento dei rifiuti dei contenitori per alimenti:

http://www.ecor.it/upload/Files/Manuale_Raccolta%20differenziata%20prodotti%20Ecor.pdf


Due approfondimenti del CONAI (Consorzio Nazionale per il Recupero degli Imballaggi) ed uno del COMIECO (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base cellulosica):

Linee guida per la facilitazione delle attività di riciclo degli imballaggi in materiale plastico:

http://www.conai.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/2017/07/Linee-Guida_Riciclo_Plastica.pdf

Liste degli imballaggi in plastica nelle fasce contributive:

http://www.conai.org/wp-content/uploads/2020/02/Lista_imballaggi_plastica_nelle_fasce_contributive_2020.pdf

Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi:

https://www.comieco.org/downloads/6431/1994/etichettatura-imballaggi-cellulosici_linee_guida_07_26236.pdf


E qui i collegamenti alle precedenti stille di raccolta differenziata:

1. Tubetto di dentifricio.

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/01/stille-di-raccolta-differenziata-1-il.html

2. Tappi di bottiglia.

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/02/stille-di-raccolta-differenziata-2-i.html

3. Contenitori di alimenti in frigorifero (prima parte).

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/03/stille-di-raccolta-differenziata-3.html

4. Contenitori di alimenti in frigorifero (seconda parte).

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/04/stille-di-raccolta-differenziata-4.html

5. Contenitori di alimenti in dispensa.

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/05/stille-di-raccolta-differenziata-5-la.html

6. I poliaccoppiati.

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/06/stille-di-raccolta-differenziata-6-i.html

7. La sporta.

https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/07/stille-di-raccolta-differenziata-7-la.html

martedì 1 settembre 2020

SETTEMBRE 2020

frutta: meloni, melograni, fichi, susine, uva, fragole (nord Italia, montagna), lamponi, mirtilli, mele, mela rubens, pere, mini kiwi (Piemonte), giuggiole (Veneto), noci di Sorrento, nocciole di Giffoni, nocciole, mandorle.

frutta esotica: banane, ananas.

verdura: melanzane, zucchine, cetrioli, fagioli freschi, radicchio, batate (patate dolci, Veneto), bietole, barbabietole, cavoli, cime di rapa, verza, prezzemolo tuberoso, zucca cappello del prete (Emilia Romagna).

spezie, erbe aromatiche: bacche di mirto (Sardegna), aglio, sedano.

funghi: porcini.


pesce, frutti di mare pescato (Mediterraneo): aguglia, vongole selvatiche o lupini o arselle, boga, cefalo o muggine, costardella, menola, mormora, occhiata, pesce sciabola o bandiera o lama, sarago, sugarello, tombarello, tonnetto striato, tonno alletterato, zerro.

pesce di acque dolci Europee di allevamento o pescato: coregone o lavarello (allevamento), trota salmerino e trota iridea o americana e trota fario (allevamento), persico (Europa), storione (SOLO allevamento).

pesce, frutti di mare da allevamento: capesante (nord Atlantico), cozze (Mediterraneo), gambero imperiale o mazzancolla (Mediterraneo), ostrica (Mediterraneo e Atlantico), rombo chiodato (Mediterraneo e Atlantico).

pesce, frutti di mare pescato o di allevamento da consumare con moderazione (certificazioni MSC ASC o pesca tradizionale locale): branzino o spigola (prodotto pescato o allevamento ASC), orata (prodotto pescato o allevamento ASC), sardina (piccola pesca costiera o MSC), tilapia (allevamento USA o Europa), gambero o gamberetto (Mediterraneo e nord Atlantico), pagro (Mediterraneo), pesce San Pietro (Mediterraneo), polpo (Mediterraneo e Atlantico), ricciola (Mediterraneo e Atlantico), scampi (Mediterraneo e Atlantico), totano (Mediterraneo e Atlantico).