Ed eccoci arrivati al bagno.
Nello stesso ambiente spesso si trova la lavatrice, quindi parliamo anche di questa.
Il bagno è l’ambiente della nostra intimità, oltre che il luogo dove ci si lava e si espletano bisogni fisiologici.
C’è quindi una differenza di prodotti che entrano nel bagno sia interpersonale sia tra i due sessi.
Posso solo esplorare l’universo maschile e farò cenno solo ai prodotti più essenziali.
Ebbene, che cosa entra nel mio bagno?
Nella doccia, shampoo e sapone per il corpo.
Affianco al gabinetto, la carta igienica.
Un sapone per il lavandino e per il bidè.
Lo spazzolino da denti ed il dentifricio.
Il deodorante.
Rasoio per la barba.
I fazzoletti per il naso.
E poi un insieme di prodotti di utilizzo meno frequente (crema per il sole, crema idratante, crema mani…) oppure che una volta acquistati durano molto a lungo (profumi, tagliaunghie, ad esempio).
Chi ha un gatto spesso finisce per posizionare la lettiera in bagno. Del resto, se è il luogo dove vado io a evacuare, mi sembra giusto lo faccia anche il gatto.
Quindi possiamo parlare della lettiera.
Abbiamo parlato poi della lavatrice.
Quindi il sapone per i panni. L’ammorbidente. E poi, una volta lavati, i panni vanno asciugati. Le mollette per i panni.
Bene, come abbiamo visto ci sono tanti e tanti prodotti che si comprano, si usano, e poi si gettano.
Vediamo come fare le scelte migliori per il loro smaltimento (e, soprattutto, dei loro contenitori).
doccia
shampoo
Ricordo quando al ginnasio una compagna di classe rise del fatto che non sapevo scrivere correttamente questo termine. Bei tempi, la tecnologia significava Nokia 3210 e le parole andavano cercati sul vocabolario.
Ma in effetti, perché questa parola?
Pare sia di origine indiana: gli inglesi, colonizzando l’India, importarono in Europa prodotti innovativi che gli indiani utilizzavano per lavare i capelli, massaggiando la testa, come è uso oggi dal barbiere, e come a quanto pare all’epoca non succedeva qui da noi.
https://www.parrucchierimichelangelo.it/storia-dello-shampoo/
Sono cresciuto con lo shampoo liquido.
In un flacone di plastica, magari trasparente, da consumare fino alla fine.
Dati CONAI alla mano, bottiglie e flaconi, trasparenti o meno, in PET e HDPE sono gli imballaggi dal circuito urbano con maggiore probabilità di riciclo.
Non solo: spesso è possibile scegliere marche che usano plastica riciclata per il flacone.
Esistono però anche alternative ancora più sostenibili per l’ambiente.
Per esempio una linea di prodotti per l’igiene personale contenuti in boccette che al termine diventano delle saponette interamente utilizzabili: l’imballaggio diventa prodotto.
https://living.corriere.it/tendenze/lifestyle/mi-zhou-packaging-sapone/
O anche, altrettanto interessante, questo shampoo, una volta terminato, la bottiglia, interamente biodegradabile, contiene semi per piantare un albero. Va quindi interrata e poi occorre seguire le istruzioni per far crescere l’alberello.
https://www.noisiamoagricoltura.com/lo-shampoo-bio-con-il-flacone-che-si-pianta/
Qui il link al prodotto:
https://www.orightitalia.it/prodotto/recoffee-caffeine-shampoo/
Personalmente, faccio uso dello shampoo solido. Il grande vantaggio è che quando è finito non hai un contenitore in plastica da buttare. Molto minore l’impatto ambientale, quindi.
Ce ne sono di diverse marche, e pur essendo un prodotto costoso lo trovo sia efficace sia duraturo.
https://lasciampista.it/shampoo-solido-e-le-sue-caratteristiche/
Quello che compro io ha un minimo imballaggio di carta interamente riciclabile:
https://it.lush.com/article/che-forza-lo-shampoo-solido
sapone corpo
Questo video amatoriale di “mi lavo col badedas” rende conto di come ci siamo fatti la doccia fino a pochi anni fa noi nati negli anni 80.
https://www.youtube.com/watch?v=YWa0QrmCptM
Immagino che dagli anni 60 si siano diffusi nel mondo saponi liquidi per doccia in flaconi analoghi a quelli dello shampoo: flacone in HDPE, eventualmente riciclato, riciclabile.
Oggi possiamo dare una svolta ecologista anche a questo prodotto, semplicemente tornando al passato, alla saponetta solida.
Peraltro, anche se a prezzi non trascurabili, esistono oggi saponi solidi da doccia appositamente pensati per essere facilmente schiumosi, per non percepire la differenza con quelli liquidi:
https://it.lush.com/article/gel-doccia-solidi-intendi-dire-saponi
https://sorgentenatura.it/speciali/shampoo-solido-detergenti-solidi
https://www.lasaponaria.it/prodotti/it/334-cat-cosmetici-solidi-e-plastic-free?p=2
Qui una bella guida del noto mensile ELLE sui prodotti da bagno solidi per la pulizia del corpo:
https://www.elle.com/it/bellezza-beauty/corpo/g27099294/prodotti-di-bellezza-solidi-ame/
Un vantaggio del sapone solido è che ci aiuta a usare meno acqua.
Dopo aver rapidamente bagnato la nostra pelle, è opportuno chiudere l’acqua e insaponare con calma il corpo strofinando la saponetta e poi spargendo il sapone con le mani. Al termine riaprendo l’acqua sarà piuttosto veloce questo sapone a lasciare il nostro corpo, facendo durare poco anche la fase di risciacquo. Con un po’ di attenzione, non terremo l’acqua aperta per più di 2-3 minuti.
http://blog.rubinetteria.com/come-fare-la-doccia-senza-sprecare-lacqua/
Attenzione a non farlo sciogliere in un portasaponetta pieno d’acqua!
Meglio un sacchetto di lino o una scatoletta chiusa in alluminio.
https://www.fridaproject.com/beauty/conservare-lo-shampoo-solido/
Non sopportate proprio il sapone solido?
Forse perché non interrompete il getto d’acqua quando vi insaponate? Male. Sprecate molta acqua e consumate più sapone.
Ma esiste comunque una opzione interessante per voi: fare il sapone liquido in casa, per la doccia, partendo da una saponetta solida. Qui le istruzioni:
https://www.coffeemattarello.it/docciaschiuma-fatto-in-casa-sapone-solido/
gabinetto
carta igienica
Non ho intenzione di darvi istruzioni di utilizzo. E, comunque, è una buona abitudine proseguire con il bidè.
Ma quanta carta igienica si usa in un anno?
Numerosi rotoli. Tutta carta vergine che poi andrà smaltita e non al riciclo.
Anzi, più i rotoli sono pregiati, maggiore è la quantità di carta utilizzata.
E’ assolutamente il caso allora di preferire i rotoli in carta riciclata.
E spesso è venduta in un set di più rotoli imballati in un film di pellicola compostabile, invece del solito film di LDPE a scarse probabilità di riciclo.
https://www.ecotogo.it/product/5934688/carta-igienica-eco-natural
https://www.greenplanner.it/2019/11/05/imballaggio-carta-riciclata-lucart/
In ogni caso, il rotolo alla fine va differenziato con carta e cartone.
Parlando di carta igienica, mi sono ricordato di un particolare: in Grecia non va nel gettata nel gabinetto. Come in barca. Va gettata in un sacchetto apposito vicino al gabinetto. Ma perché?
Il problema è il calibro delle tubature, che in Grecia ha avuto a lungo uno standard più piccolo e quindi il rischio di intasamanto è molto maggiore.
https://viaggioincoppia.com/carta-igienica-nel-wc-grecia/
http://www.sullerivedelkifissos.it/2017/06/06/le-divertenti-stranezze-della-cultura-greca/
lavandino e bidè
sapone
Uso sempre il sapone solido per le mani. Mi trasmette una piacevole sensazione.
Attenzione comunque all’imballaggio che si sceglie, che può essere cartaceo (ben riciclabile) o plastificato (e quindi poco riciclabile o destinato all’indifferenziato).
Ma sempre più aziende importanti stanno riducendo la plastica inutile:
Spesso rimane una piccola parte consumata della saponetta. Succede anche sotto la doccia. E’ difficile da usare e poi c’è voglia di aprire quella nuova.
Bene, in questa pagina possiamo scoprire come riciclare le saponette per farne un nuovo sapone:
https://viverepiusani.it/riciclare-gli-avanzi-delle-saponette/
E’ comunque sempre presente anche del sapone liquido. Necessario per il bidè, molti ospiti lo preferiscono anche per le mani (per i quali è gentile inoltre disporre di piccoli asciugamani a uso singolo).
Può essere una buona idea disporre di dispensatori e comprare sapone liquido in grande quantità (o magari produrlo in casa). In questo modo si riducono gli imballaggi.
Il sapone liquido viene venduto in flaconi o bottiglie in plastica PET o HDPE analoghi a quelli dello shampoo (e con lo stesso destino una volta esauriti).
spazzolino da denti
Se ne cambiamo uno ogni 3 mesi, ne useremo 4 all’anno.
Esistono, e sono di moda, spazzolini dal manico in legno, compostabile. Ma attenzione, le setole non lo sono. Va quindi spezzato e differenziato (manico nell’umido, parte con setole nell’indifferenziato).
https://www.naturasi.it/spazzolino-in-legno-setole-medie-in-nylon-ocean-87
Esistono anche spazzolini con setole cambiabili.
https://www.naturasi.it/spazzolino-setole-morbide-in-nylon-ocean-87
Tutte buone idee, ma si tratta di un prodotto che per impatto è veramente uno degli ultimi (quanto pesano 4 spazzolini?), a confronto di tutti i rifiuti che quotidianamente produciamo in casa e che sarebbe bene ridurre.
dentifricio
Di questo abbiamo parlato nella prima stilla, per cui trovate il collegamento in fondo all’articolo.
deodorante
Anche per il deodorante abbiamo più opzioni.
Il più diffuso penso sia lo spray, con la latta sempre riciclabile. Ricordiamo però che il tappo in plastica si getta staccato.
https://consumatori.e-coop.it/dove-butto-la-bomboletta-spray-usata/
E’ bene sapere che le bombolette spray contenenti gas dannosi per l’ozono atmosferico non sono più in commercio da oltre 30 anni.
http://lifeisspray.federchimica.it
Ma possiamo trovarne anche in creme e solido. Utile comunque valutarne l’imballaggio, perché gli stick con confezione in plastica-vetro possono essere complicati da scomporre e riciclare.
Come dicevamo, se ne possono trovare anche con la consistenza di una crema o la forma di una saponetta, in quest’ultimo caso riducendo dunque al minimo l’imballaggio.
rasoio per la barba
Questa cosa dipende dalle esigenze personali. Per me il rasoio è elettrico, l’ho comprato oltre 10 anni fa e aveva per imballaggio una semplice scatola di cartone.
In alternativa, chi opta per una rasatura completa necessita di schiuma o gel e di un rasoio con lame.
Le marche più famose propongono lamette non staccabili da una anima di plastica, che al fine vita (3-4 usi) vanno gettate nell’indifferenziato. E’ diffuso anche il rasoio usa e getta, senza cambi di lama, anch’esso non riciclabile.
Oggi, con il maggior scambio di conoscenze riguardo ogni ambito, anche la cura personale, non è difficile imparare a usare un rasoio di sicurezza, come i barbieri. In questi la lama non è protetta dalla plastica, e al termine dell’uso anche se come taglienti vanno nell’indifferenziato avranno un impatto nettamente minore.
https://hairchicbarbershop.it/2019/08/08/rasatura-ecologica-addio-al-rasoio-monouso-in-plastica/
http://www.ilrasoio.com/viewtopic.php?t=3102&start=75
Per la schiuma da barba, vale quanto detto per il deodorante spray.
fazzoletti per il naso
Non sono esattamente un prodotto del bagno, ma di norma li tengo conservati in un mobiletto nel bagno.
Fino allo scorso inverno, sono stato uno strenuo difensore del fazzoletto in stoffa bianco. Molto più elegante, molto più piacevole da accostare al naso. Da avere sempre in paio, in modo da poterne offrire uno pulito ad una signora, se lo necessita.
Oggi il rischio di poter tenere nella tasca a lungo dei germi, che passano alle nostre mani, al nostro telefono, non è più affrontabile.
E’ necessario quindi ricorrere ai fazzoletti usa e getta.
Ma attenzione, oltre ad essere il fazzoletto stesso un rifiuto, lo è l’imballaggio del pacchetto e quello che tiene uniti i pacchetti quando lo compriamo (come per la carta igienica).
Quasi sempre questo imballaggio è in LDPE, polimero plastico dalle buone probabilità di riciclo reale. Ma spesso le singole confezioni, piccole e leggere, si disperdono e anzi rappresentano pericolosi inquinanti ambientali.
https://www.tempo-world.com/it/prodotti/tempo-fazzoletti/
E del fazzoletto sporco che se ne fa?
In tempi non sospetti, andava gettato nell’organico.
http://www.comunemoranocalabro.it/raccolta_differenziata.aspx
Ma al tempo del Covid19 i fazzoletti di carta usa e getta sono assimilabili a guanti in lattice usa e getta e a mascherine chirurgiche e FFP2 usa e getta: vanno buttati in busta chiusa nell’indifferenziato di casa.
https://www.futura-strillaie.it/fazzoletti-di-carta-col-covid-19-vietato-buttarli-nei-cestini/
Non trascuriamo comunque la possibilità di usare fazzoletti in carta riciclata.
lettiera del gatto
Chi ha il gatto e non ha il giardino ricorre ad una lettiera per gatti.
Chi ha una casa piccola, spesso finisce per sistemarla in bagno.
Esistono diversi tipi di lettiere, secondo le preferenze di chi deve pulirle (e del gatto).
Personalmente, preferisco quella in cui si raccolgono con la paletta ogni giorno le deiezioni del micio, e periodicamente si svuota e lava la lettiera oppure si rabbocca la sabbia.
Quando usavo la sabbia minerale, non riciclabile, dopo due settimane si rendeva necessario un cambio totale della lettiera.
Da quando sono passato alla lettiera compostabile, accuso molto meno gli odori. E finisce tutto nell’umido o addirittura nel gabinetto. Il sacco inoltre è di carta ed è utile per raccogliere la raccolta differenziata della carta.
lavatrice
E’ un elettrodomestico essenziale quanto il frigorifero.
Si mette il sapone, magari anche l’ammorbidente, si imposta il programma, e poi si ritirano i panni che vanno sapientemente stesi per ridurre le necessità di stiro.
Chi ha esperienze fuori dal Mediterraneo conosce anche l’asciugatrice.
Occupiamoci strettamente degli imballaggi.
sapone per i panni e ammorbidente,
Può essere un prodotto liquido oppure solido, in polvere o in capsule.
La prima domanda potrebbe essere se ce n’è uno da preferire.
In realtà dipende dalle abitudini: quello in polvere è più sbiancante, più adatto quindi ai chiari, ma può lasciare residui e per questo necessitare di un ulteriore risciacquo.
Quello liquido è meno potente (ce ne vuole quindi di più), più delicato, più adatto ai colorati.
Quello solido non è dosabile ed è mediamente più costoso.
Ma il nostro problema è cosa farne degli imballaggi.
Per i liquidi, i flaconi sono in PET o HDPE e quindi hanno lo stesso destino dei flaconi che abbiamo visto in bagno. Anche questi possono avere una percentuale di plastica riciclata non trascurabile.
Per i solidi in polvere, un tempo era consuetudine la scatola rigida di cartone.
Spesso, in regalo si trovava una macchina fotografica, ricordate?
Oggi invece sono preferiti sacchi in plastica morbida. Anche se spesso sono in poliaccoppiati (e quindi a enorme difficoltà di riciclo), il loro uso è giustificato dal netto decremento in peso dell’imballaggio e di volume del prodotto, con vantaggi per il trasporto.
https://www.plastmagazine.it/mercato-mondiale-packaging-detergenti/
Chi ha consuetudine con le cose di casa, può autofabbricarlo in casa:
https://www.ambientebio.it/permacultura/detersivo-lavatrice-fai-da-te/
Preferire i saponi concentrati, e quindi dosi più piccole per lavaggio, sicuramente è una scelta che porta a ridurre gli imballaggi, dunque ben sostenibile.
https://www.ilcambiamento.it/articoli/detersivi_sostenibili_pulire_casa
Del resto, un’attenta analisi leggibile in questo documento del CONAI dimostra che negli ultimi 25 anni sia il peso medio degli imballaggi di detersivo si è ridotto sia soprattutto ne è aumentata la concentrazione, al punto che per molti detersivi liquidi oggi ne serve la metà rispetto al passato per lo stesso lavaggio:
Non mancano altre proposte, come questi detersivi in scatola: il detersivo è contenuto in una sacca morbida in plastica LDPE (di buon riciclo) che è protetta in una scatola di cartone riciclato e riciclabile:
https://www.nonsprecare.it/detersivo-ecosostenibile-soap-marco-borsani?refresh_cens
https://www.detersivoinscatola.com
Infine, una pratica vecchia eppure attuale: comprare detersivo sfuso. E’ facile che una piccola rivendita vicino casa ne disponga. Magari non si potrà scegliere molta varietà, ma è economico, e si usa sempre lo stesso flacone che si porta da casa.
Ultimo, le mollette per i panni. Possono essere in legno oppure in plastica.
In realtà possono anche essere in metallo, hanno una lunga storia e ne esistono molte di design estremamente belle.
https://www.arredativo.it/2020/approfondimenti/il-design-delle-cose-la-molletta/
Sono oggetti cui non faccio molta attenzione, non occupandomi personalmente di stendere i panni.
Durante la Quarantena di marzo e aprile, ho ridotto i giorni di lavoro della governante e, stando spesso in casa, qualche volta ho fatto la lavatrice e ho steso i panni.
Mi sono accorto di avere mollette in plastica, peraltro consumate dal sole, e che mediamente ne facevo cadere una sulla strada ogni volta che stendevo i panni.
In pratica eliminavo un rifiuto in plastica per la via che con ogni probabilità sarebbe finito a mare.
https://www.econote.it/2019/08/23/raccolta-differenziata-dove-buttare-le-mollette/
Ho capito che la soluzione era di passare alle mollette di legno: più resistenti al sole, soprattutto, se disperse nell’ambiente, a molto minore impatto ambientale.
La signora che si occupa del mio bucato mi ha detto che non le preferisce in legno, che macchiano i vestiti.
La soluzione è semplicemente di lavarle ogni tanto.
https://tuttopercasa.pianetadonna.it/come-avere-le-mollette-da-bucato-sempre-pulite-110947.html
Con le mollette si possono fare molte altre cose oltre a stendere i panni. A questa pagina qualche esempio di utilizzi alternativi delle mollette:
https://www.momentocasa.it/organizzazione/mollette-bucato-usi-alternativi/
Bene, finisce anche questa lunga stilla.
Il bagno e il bucato sono ambienti dove si possono adoperare numerose scelte che riducono di moltissimo il nostro impatto ambientale quotidiano.
Le caratteristiche dei prodotti per il lavaggio e per il corpo insieme con una maggiore industrializzazione della loro produzione rende i loro imballaggi quasi sempre riciclati e riciclabili, se non addirittura resistenti. Obiettivo, come abbiamo visto, più difficile da ottenere in cucina.
Alla prossima stilla!
Vi ricordo dove scaricare una piccola guida da stampare ed avere sempre in evidenza per il corretto smistamento dei rifiuti dei contenitori per alimenti:
http://www.ecor.it/upload/Files/Manuale_Raccolta%20differenziata%20prodotti%20Ecor.pdf
Due approfondimenti del CONAI (Consorzio Nazionale per il Recupero degli Imballaggi) ed uno del COMIECO (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base cellulosica):
Linee guida per la facilitazione delle attività di riciclo degli imballaggi in materiale plastico:
http://www.conai.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/2017/07/Linee-Guida_Riciclo_Plastica.pdf
Liste degli imballaggi in plastica nelle fasce contributive:
Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi:
E qui i collegamenti alle precedenti stille di raccolta differenziata:
1. Tubetto di dentifricio.
2. Tappi di bottiglia.
3. Contenitori di alimenti in frigorifero (prima parte).
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/03/stille-di-raccolta-differenziata-3.html
4. Contenitori di alimenti in frigorifero (seconda parte).
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/04/stille-di-raccolta-differenziata-4.html
5. Contenitori di alimenti in dispensa.
6. I poliaccoppiati.
7. La sporta.
8. Cellophane e imballaggi di pacchi.
https://ecologiacucinaeconomiadomestica.blogspot.com/2020/09/stille-di-raccolta-differenziata-8.html