Carissimi,
questo mese approfondiamo la presenza della plastica nella nostra vita quotidiana e della fine che essa fa al termine del nostro uso.
Quest’anno ho letto spesso, su giornali e riviste, su Facebook, sul National Geographic notizie relative al grande impatto che i rifiuti di plastica hanno sul pianeta. In particolare, è stato nel periodo estivo che l’attenzione dei media si è rivolta
verso questo problema, cioè quando frequentiamo di più il mare e ci rendiamo conto che questo stia raccogliendo un numero sempre crescente di rifiuti di plastica con gravissime conseguenze per l’ecosistema marino.
E’ questa l’occasione per approfondire l’uso di questo materiale e le conseguenza che ne comporta.
Incominciamo col definire cosa è la plastica.
Più che proporvi cosa essa sia da un punto di vista chimico, da cosa e come viene prodotta, scopriamo che esistono diversi tipi di plastiche:
Il file in allegato è una sintesi da stampare e tenere vicino al calendario di smaltimento rifiuti della raccolta differenziata.
La fonte è la società di raccolta rifiuti statunitense Action Environmental Group.
https://actioncarting.com
La fonte è la società di raccolta rifiuti statunitense Action Environmental Group.
https://actioncarting.com
Come abbiamo visto, esistono 6 categorie principali di plastiche, ed una settima che contiene tutte le restanti. Ogni oggetto di plastica riporta un triangolino ed all’interno un numero o un codice che identifica una delle 7 categorie.
Proviamo a verificarlo sulle bottiglie in plastica dell’acqua che beviamo a lavoro, sui flaconi del bagnoschiuma, sulle vaschette che contengono frutta e verdura che abbiamo comprato pronta all’uso al supermercato. Più semplicemente, su ogni imballaggio di prodotto alimentare che consumiamo.
Per chi vuole approfondire, a questi due indirizzi troviamo come interpretare tutti i simboli che identificano i materiali riciclabili:
Adesso che ne conosciamo i vari sottotipi, sono tutti veramente riciclabili i diversi tipi di plastica?
E’ vero che la plastica si ricicla tale e quale come il vetro e la carta?
Ecco cosa ho trovato sulla reale quota di riciclaggio, negli Stati Uniti, e nell’intero pianeta per i diversi tipi di plastica:
Come si vede, se ne ricicla ben poco, e soprattutto solo di alcune delle 7 categorie esistenti.
Dal 1950 al 2015 si legge che nel mondo si è riciclato meno del 10% del totale!
Un po’ meglio le cose vanno in Europa, anche se i dati vengono presentati in modo diverso (per certi aspetti più esaustivo):
(bisogna scaricare il pdf the Facts 2018)
Emerge che il 50% della produzione mondiale di plastica avviene in Cina, in Europa il 19%.
Che la media europea di riciclaggio plastica è al 31% (di cui una parte perché inviata “outside Europe” e questo è un punto che in seguito approfondiremo), e comunque con una discreta eterogeneità (ad esempio, in Italia fino al 50% va in discarica, in Grecia oltre il 50% ed in Germania meno del 10%).
Il trend comunque, in rapporto agli ultimi 10 anni, è stato di un aumento costante di quota riciclata.
Ma perché contrariamente al vetro e alla carta è così difficile riciclarla?
Solo per la sua eterogeneità?
Vediamo:
Se ne deduce dunque che alcuni tipi di plastica, il tipo 1 il tipo 2 e il tipo 4 (forme di polietilene) vengono più facilmente riciclati rispetto ad altri (il tipo 5 polipropilene e il tipo 6 polistirene), mentre il tipo 3 policloruro di vinile insieme al gruppo altri 7 praticamente non viene riciclato.
Ma come funziona il riciclaggio della plastica?
Questi due video ci spiegano come avviene in Italia il riciclaggio della plastica tipo 1, il PET.
COREPLA
Superquark
E’ interessante notare che alla voce riciclaggio plastica su youtube si trovino video che si limitano a trattare il riciclaggio di solo un tipo di plastica, il tipo 1. Quasi a nascondere le reali difficoltà che esistono per riciclare tutte le altre forme.
Eppure, nonostante le difficoltà, il riciclaggio della plastica in Italia oltre che rappresentare una sfida in continua crescita può diventare anche una forma di guadagno (cosiddetta green economy):
Abbiamo però spesso, quest’anno, avuto notizia di incendi nei centri deputati alla raccolta della plastica prima che essa venga inviata a centri di riciclaggio.
Perché è successo?
Di fatto, il riciclaggio della plastica in Europa dipende molto dall’esportazione in Cina.
Perché la Cina non accetta più plastica e cosa può significare?
Le conclusioni sono che solo una parte, meno della metà, sia qualitativamente che quantitativamente, della plastica prodotta e usata viene riciclata.
Il resto, nella migliore delle ipotesi, viene raccolta e convogliata in un impianto di termovalorizzazione.
Una buona parte finisce in discarica, e con esso intendiamo anche la dispersione nell’ambiente, che è la conseguenza che temiamo di più, visto che non si tratta di materiale biodegradabile.
Parimenti grave, viene bruciata in maniera irregolare, episodi spesso successi in tutta Italia nel 2018, perché accumulata ma ingestibile, con gravi conseguenze ambientali per questa combustione non controllata.
Se ne deduce che per abbattere il problema della dispersione della plastica nell’ambiente, riciclare la plastica è necessario ma non sufficiente.
Piuttosto, dobbiamo impegnarci a produrne di meno.
Un punto di vista ben chiaro e ben espresso in questo corto di Greenpeace:
Come fare allora a ridurre la plastica che utilizziamo quotidianamente?
E’ un argomento interessante, che torneremo ad affrontare, insieme con il problema della dispersione nell’ambiente.
Facile trovare indicazioni disparate in rete.
Intanto leggiamo un interessante punto di vista di chi si dà da fare per evitare l’uso della plastica senza lasciarsi influenzare da dogmi e chimere:
In conclusione, il riciclaggio è utile ma non basta a combattere la dispersione di plastica nell’ambiente.
Semplicemente, va ridotto drasticamente il suo utilizzo.
E’ un tema che lascia amarezza, come quello della pesca selvaggia affrontato ad ottobre.
Eppure, il ruolo di ognuno di noi, nell’evitare il consumo di prodotti in plastica usa e getta, nell’impedire che quella utilizzata sfugga al meccanismo del riciclo e del corretto conferimento dei rifiuti, insieme con la diffusione della sensibilità e della conoscenza del problema e dei modi per affrontarlo sono gli unici mezzi di cui disponiamo per migliorare la Terra che abitiamo.
A presto.
Di seguito, per chi volesse, ulteriori spunti di approfondimento nazionali e soprattutto regionali.
consorzio nazionale riciclaggio rifiuti
http://www.corepla.it
smaltimento dei rifiuti in Campania
https://www.wwfcaserta.org/upload/Libro_sui_rifiuti_A-Gatto.pdf
riciclaggio plastica in Campania
https://www.asianapoli.it/raccolta-differenziata/come-si-fa-la-raccolta-differenziata/plastica-e-metalli.html
https://jacopogiliberto.blog.ilsole24ore.com/2016/03/18/il-riciclo-della-plastica-che-funziona-in-campania-e-non-e-vero-che-tanto-finisce-tutto-in-discarica/?refresh_ce=1
https://www.lastampa.it/2016/05/25/scienza/riciclo-della-plastica-anche-il-sud-decolla-zRdZgoIH5I2pP1DEJEsOKI/pagina.html
http://www.zitoplastica.com
https://www.lacampaniamacero.it
https://www.recuperoplasticaecartanapoli.it
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