Ho un po’ tardato alla pubblicazione del consueto articolo, complici le belle giornate che hanno caratterizzato il mese di ottobre nel Sud Italia, che hanno tenuto a bada l’autunno incombente.
Il frutto del mese è il melograno.
Ne eravamo innamorati da bambini, con tutti quei chicchi da piluccare, eppure un sapore aspro, un frutto scomodo, cui difficilmente si approccia oggi.
Di che si tratta? Quando è periodo?
La pianta, ed il suo frutto, sono originari dell’Asia minore. Arrivano in Europa in tempi antichi, ed un riferimento importante era la città fenicia di Cartagine, donde il nome, Punica granatum, o mela di Cartagine.
Il frutto è tipicamente autunnale, giungendo a maturazione nei mesi di ottobre e novembre, con variazioni a seconda delle varietà e del territorio.
Inoltre, si conserva abbastanza bene dopo la raccolta, per cui il consumo può raggiungere facilmente l’inizio dell’inverno. https://www.ortodacoltivare.it/frutti/raccogliere/maturazione-melograno.html
Per quanto l’Italia sia paese produttore, è una coltivazione abbastanza di nicchia.
Ad oggi i grandi produttori mondiali sono Cina, India, Iran, USA, Turchia, Spagna, Israele, Tunisia.
In Italia il territorio più vocato è rappresentato dalle regioni del Sud e dal Lazio, ma anche Veneto ed Emilia Romagna ne producono.
Nei paesi dell’emisfero australe i produttori più importanti sono Perù, Cile, Sudafrica e Argentina.
(disponibili, di importazione dall’altro emisfero, nei mesi primaverili)
La Sicilia sta comunque nettamente incrementando la produzione:
L’incremento di produzione italiano è dovuto al recente successo e attenzione dei consumatori verso i melograni, grazie ai rilevanti aspetti benefici del frutto: ricco di vitamine e antiossidanti, contribuisce a rinforzare il sistema immunitario e a combattere i segni dell’età.
Non solo come frutto, macchinoso a sbucciarsi e anche macchiante, ma anche in forma di spremute ed estratti.
Attenzione comunque al suo uso (e abuso): in particolare i semi coriacei possono aggravare la malattia diverticolare del colon (in forma di estratto si risolve il problema).
Come si sbuccia il melograno e ricette:
Il frutto del melograno è espressione di una vasta simbologia mantenuta in culture diverse.
Simbolo di fertilità, di coesione, di ricompensa, di ricchezza, viaggia con simboli positivi in religioni pagane precristiane e nei grandi monoteismi.
Non mancano riferimenti al melograno in rappresentazioni araldiche e nobiliari, anche religiose, come Fatebenefratelli.
A Napoli il melograno esprime un legame con l’aldilà: i melograni in casa finiscono di maturare in concomitanza con la commemorazione dei defunti, il 2 novembre: una volta aperti, assorbiranno le energie negative della casa.
Ma come si dice: melograno, melagrana o granato? Vanno bene tutti, secondo l’accademia della crusca:
La coltivazione del Melograno e le sue varietà:
Infine, parlare di melograni mi ha ricordato un magnifico brano di Sibilla, Oppio, scritto con Franco Battiato, che recita:
“Cartagine era bella in mezzo ai melograni..”
Ebbe un’esibizione sfortunata, a San Remo nel 1983 e non ne seguì successo.
Eppure, era grande musica.
Bene. Di seguito l’ultima curiosità: i Granati, gruppo di minerai neosilicati, hanno una conformazione che ricorda proprio gli arilli del melograno..
Al prossimo approfondimento.
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