Quest’anno ho immaginato una serie di brevi consigli, da dare a piccole dosi, come gocce (stille), da raccogliere su un tema che riguarda tutti noi: la raccolta differenziata dei rifiuti.
L’idea è che ci sono prodotti di uso quotidiano di cui non è intuitivo il corretto smistamento e per cui può essere piacevole approfondire l’argomento.
Il primo oggetto della serie a cui ho pensato è il tubetto di dentifricio.
dove si butta? di che materiale è costituito? è riciclabile? se è un prodotto poco sostenibile, esistono alternative migliori?
Ma anzitutto, che impatto ha tra i rifiuti?
In genere per ogni lavaggio se ne impiegano 1-1,5 ml (ne basta meno di quanti si pensi). Quindi un tubetto da 75 ml consente di effettuare circa 60 lavaggi. Dura 3-4 settimane per una sola persona, in media. Fanno 12-15 tubetti all’anno, per ognuno di noi.
Di che materiale sono fatti i tubetti (ed i tappi) di dentifricio?
I tubetti di dentifricio sono in genere prodotti in plastica, più correttamente più tipi di plastica, o in poliaccoppiati plastica metallo.
Ho fatto personalmente una verifica, comprando 4 tubetti delle marche più diffuse. Di questi, solo un produttore rendeva chiaramente noto il materiale di cui è costituito. Spesso non si riesce a risalirne con chiarezza.
A questa pagina si possono leggere i principali materiali di cui sono costituti gli imballaggi:
La barra colorata al fondo non ha alcun significato nello svelarci il materiale del tubetto o il contenuto:
Essendo contenitori, quindi imballaggi, il loro corretto smistamento è la raccolta differenziata di plastica e multimateriali.
Ma cosa ne seguirà?
Sappiamo bene, per averlo affrontato come tema in passato, che delle 7 classi di plastica, quelle che hanno maggiore probabilità di riciclo sono 1, 2 e 4 (PET, polietilene ad alta densità e a bassa densità)
Per i tubetti di dentifricio invece siamo davanti a un imballaggio vergine che difficilmente potrà essere riciclato.
Abbiamo delle alternative?
Esistono tubetti di dentifricio in plastiche facilmente riciclabili, in plastica riciclata, in altri materiali?
Colgate studia un tubetto prodotto in un unico polimero plastico, il polietilene ad alta densità (2), più facilmente riciclabile. Al momento però non è ancora sul mercato in Europa.
Naturasi vende dentifrici ecor e anche di altre marche e spesso si tratta di imballaggi di più facile riciclo:
Da sempre esistono aziende che producono tubetti di dentifricio esclusivamente in alluminio.
Quindi 100% riciclabile e riciclato, in Italia. Tra queste Euthymol oppure Marvis.
Greenme passa in rassegna una serie di alternative al tubetto: dentifricio in polvere e solido. Si tratta di prodotti acquistabili quasi sempre via internet.
LUSH vende in un contenitore in plastica riciclata e facilmente riciclabile (PET, tipo 1) 100 compresse di dentifricio solido. Le uso abitualmente e la resa è perfetta, assolutamente sovrapponibile al tubetto.
La distribuzione è ottima, praticamente c’è un negozio in ogni città. Il costo però è elevato: 10€ a confezione (circa il triplo rispetto al costo per lavaggio del tubetto):
Infine, oltre a un buon riciclo è certamente ecologico accertarsi che il tubetto sia veramente vuoto prima di buttarlo. Spesso finisce nei rifiuti con ancora un po’ di materiale dentro. A questa pagina consigliano di tagliare il tubetto quando è alla fine. Dicono che si riesce a recuperare un ulteriore quantitativo per lavare i denti ancora altre 10 volte:
Alla prossima stilla.
PS se c’è qualche imprecisione da correggere, o si può integrare con ulteriori consigli, non esitate a commentare sul blog a vantaggio di tutti.