Introduzione

ECOLOGIA, CUCINA E ECONOMIA DOMESTICA: L'INIZIO.

Le azioni quotidiane più semplici, come fare la spesa, cucinare, raccogliere i rifiuti, vengono perlopiù svolte seguendo insegnamenti di ba...

giovedì 24 ottobre 2019

MELOGRANO, MELAGRANA O GRANATO

Ho un po’ tardato alla pubblicazione del consueto articolo, complici le belle giornate che hanno caratterizzato il mese di ottobre nel Sud Italia, che hanno tenuto a bada l’autunno incombente.
Il frutto del mese è il melograno.
Ne eravamo innamorati da bambini, con tutti quei chicchi da piluccare, eppure un sapore aspro, un frutto scomodo, cui difficilmente si approccia oggi.
Di che si tratta? Quando è periodo?

La pianta, ed il suo frutto, sono originari dell’Asia minore. Arrivano in Europa in tempi antichi, ed un riferimento importante era la città fenicia di Cartagine, donde il nome, Punica granatum, o mela di Cartagine.

Il frutto è tipicamente autunnale, giungendo a maturazione nei mesi di ottobre e novembre, con variazioni a seconda delle varietà e del territorio.
Inoltre, si conserva abbastanza bene dopo la raccolta, per cui il consumo può raggiungere facilmente l’inizio dell’inverno. https://www.ortodacoltivare.it/frutti/raccogliere/maturazione-melograno.html

Per quanto l’Italia sia paese produttore, è una coltivazione abbastanza di nicchia.
Ad oggi i grandi produttori mondiali sono Cina, India, Iran, USA, Turchia, Spagna, Israele, Tunisia.

In Italia il territorio più vocato è rappresentato dalle regioni del Sud e dal Lazio, ma anche Veneto ed Emilia Romagna ne producono.
Nei paesi dell’emisfero australe i produttori più importanti sono Perù, Cile, Sudafrica e Argentina.
(disponibili, di importazione dall’altro emisfero, nei mesi primaverili)

La Sicilia sta comunque nettamente incrementando la produzione:

L’incremento di produzione italiano è dovuto al recente successo e attenzione dei consumatori verso i melograni, grazie ai rilevanti aspetti benefici del frutto: ricco di vitamine e antiossidanti, contribuisce a rinforzare il sistema immunitario e a combattere i segni dell’età.
Non solo come frutto, macchinoso a sbucciarsi e anche macchiante, ma anche in forma di spremute ed estratti.
Attenzione comunque al suo uso (e abuso): in particolare i semi coriacei possono aggravare la malattia diverticolare del colon (in forma di estratto si risolve il problema).

Come si sbuccia il melograno e ricette:


Il frutto del melograno è espressione di una vasta simbologia mantenuta in culture diverse.
Simbolo di fertilità, di coesione, di ricompensa, di ricchezza, viaggia con simboli positivi in religioni pagane precristiane e nei grandi monoteismi.

Non mancano riferimenti al melograno in rappresentazioni araldiche e nobiliari, anche religiose, come Fatebenefratelli.

A Napoli il melograno esprime un legame con l’aldilà: i melograni in casa finiscono di maturare in concomitanza con la commemorazione dei defunti, il 2 novembre: una volta aperti, assorbiranno le energie negative della casa.

Ma come si dice: melograno, melagrana o granato? Vanno bene tutti, secondo l’accademia della crusca:

La coltivazione del Melograno e le sue varietà:


Infine, parlare di melograni mi ha ricordato un magnifico brano di Sibilla, Oppio, scritto con Franco Battiato, che recita:
Cartagine era bella in mezzo ai melograni..”

Ebbe un’esibizione sfortunata, a San Remo nel 1983 e non ne seguì successo.
Eppure, era grande musica.

Bene. Di seguito l’ultima curiosità: i Granati, gruppo di minerai neosilicati, hanno una conformazione che ricorda proprio gli arilli del melograno..

Al prossimo approfondimento.

lunedì 7 ottobre 2019

OTTOBRE 2019

frutta: cachi, cachi-mela, chinotto, melograni, prugne, mele, pere, pera pala della Val Venosta, uva, alchechengi, fichi d’india, castagne, noci, nocciole, pistacchi.
frutta esotica: banane.

verdura: funghi, tartufi, tartufo bianco, topinambur, patate, rutabaga (rapa svedese), zucca, spinaci, broccoli, acetosa (erba brusca), cavolfiore romanesco, coste, cavolo verza, cicoria catalogna, finocchi, carote, cipolle, porri, carciofi, olive.
spezie, erbe aromatiche: sedano, basilico cannella, senape nera.

pesce pescato (Mediterraneo): gallinella, lampuga, cefalo o muggine, mormora, zerro, occhiata, aguglia, boga, branzino o spigola, costardella, menola, pesce sciabola o pesce bandiera o pesce lama, tombarello.
pesce di acque dolci europee: coregone o lavarello, trota salmerino, trota iridea (americana), trota fario.
pesce, frutti di mare da allevamento: capesante (nord atlantico), cozze, gambero imperiale o mazzancolla (Mediterraneo), ostrica (Mediterraneo e atlantico), rombo chiodato, tilapia, vongole (Adriatico).
pesce pescato o da allevamenti certificati da consumare con moderazione (controllare certificazioni MSC ASC o pesca tradizionale locale): tonnetto striato, tonno alletterato, triglie, aringhe (Atlantico), branzino o spigola, gambero o gamberetto (mediterraneo e atlantico settentrionale), orata, pagro, polpo (mediterraneo e atlantico), storione (solo allevamento), seppia, totano.